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Report torna su Calciopoli e parte dalla chiavetta di Moggi

L’ex dirigente juventino ha consegnato la famosa chiavetta con circa 170mila intercettazioni relative a Calciopoli

Report torna su Calciopoli e parte dalla chiavetta di Moggi
Gc Milano 04/03/2011 - trasmissione TV Chiambretti Night / foto Giuseppe Celeste/Image nella foto: Luciano Moggi

“C’era una volta Calciopoli” è l’inchiesta di apertura della puntata di Report in onda lunedì 17 aprile alle 21.20 su Rai 3. Il nodo dell’inchiesta gira intorno alla chiavetta usb sbandierata dall’ex dirigente bianconero, Luciano Moggi. Moggi tirò fuori la chiavetta durante una delle ultime assemblee del cda dimissionario della Juventus. Prima che la società fosse coinvolta nelle inchieste per plusvalenze e “manovre stipendi”.

Dalla prime anticipazioni, Moggi avrebbe consegnato la chiavetta alla redazione di Report. Si tratta di circa 170mila intercettazioni, molte rimaste inedite, registrate durante l’inchiesta “offside”, che 17 anni fa diede vita allo scandalo di Calciopoli.

Nello scandalo fu coinvolta anche classe arbitrale dell’epoca che oggi elegge il nuovo presidente dopo lo scandalo D’Onofrio-Trentalange. Degli arbitri coinvolti nell’inchiesta, tutti assolti tranne uno, così come la quasi totalità dei dirigenti sportivi rinviati a giudizio.

Moggi però non rientra nella categoria degli assoli. Il celebre direttore sportivo ha ricevuto una condanna in appello per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva. Nel frattempo però è intervenuta la prescrizione.

Report ha raccolto la testimonianza dello stesso Moggi, dell’allora presidente della Federcalcio Franco Carraro, del designatore degli arbitri Paolo Bergamo, dell’allora presidente della Lega Calcio Massimo Cellino e anche dell’allenatore della Nazionale Campione del Mondo del 2006, Marcello Lippi.

Questa mattina le parole di Moggi su Libero:

“E adesso un cofanetto con dentro la chiavetta contenente tutte le intercettazioni, che il tribunale di Napoli non volle sentire, ripercorre la storia di quel brutto periodo raccontato, purtroppo, in maniera distorta da chi avrebbe dovuto gestire la verità. È stato recapitato a diverse persone, in modo particolare a Gravina, presidente della Figc che non ha dato colpevolmente alcuna risposta circa il contenuto, magari l’avrà anche buttato nel cestino dell’immondizia senza riflettere che con quel gesto stava buttando via la vita di tante persone per bene. A lui evidentemente basta aver saldala poltrona sotto il sedere e, soprattutto, che nessuno parli del Castel di Sangro, del periodo cioè in cui ricopriva la carica di presidente di quella società. Chissà perché…”.

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