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Dietro la carta Covisoc se ne cela un’altra che i legali della Juve chiederanno di visionare (Repubblica) 

La lettera di Chinè è un riscontro a una nota Covisoc del 31 marzo 2021. Cosa conteneva? I legali di Paratici e Cherubini pronti a ricominciare la battaglia

Dietro la carta Covisoc se ne cela un’altra che i legali della Juve chiederanno di visionare (Repubblica) 
Db Parma 24/08/2019 - campionato di calcio serie A / Parma-Juventus / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Fabio Paratici

Il Tar ha dato ragione alla alla Juventusstabilendo che l’ormai famosa carta Covisoc vada consegnata ai difensori del club bianconero. Ma la carta segreta non sembra contenere granché. Lo scrive il Corriere dello Sport e lo ribadisce La Repubblica.

“come spesso accade, tolto il velo, la realtà è inferiore alle aspettative. Il contenuto del documento conteso tra la
Juventus e la Procura federale e consegnato solo ieri alle difese è meno esplosivo di quanto lasciassero immaginare gli sforzi per consultarlo”.

Si tratta di una lettera di sei pagine in cui non viene mai citato nessuno dei club coinvolti nell’inchiesta, nemmeno la Juventus. Ma la battaglia non si esaurisce qui. Nel documento c’è il riferimento ad una comunicazione precedente della Covisoc, datato 31 marzo 2021. Ora, scrive il quotidiano, i legali della Juventus chiederanno di visionare anche quella.

“Il ruolo della carta non è esaurito. La Figc aveva impugnato la decisione del Tar al Consiglio di Stato che ieri ha negato la sospensiva. Ci sarà comunque il giudizio di merito, il 23 marzo: la carta ormai è svelata, ma in gioco resta il principio dell’autonomia dell’ordinamento sportivo e la tenuta della clausola compromissoria. Insomma, il divieto per i club e i loro tesserati di rivolgersi alla giustizia civile, penale o amministrativa senza autorizzazione. La lettera di Chinè è un riscontro a una nota Covisoc del 31 marzo 2021. I legali di Paratici e Cherubini a questo punto chiederanno accesso anche a quella. Si ricomincia”.

Ne scrive anche Tuttosport, in un editoriale a firma di Guido Vaciago.

“L’unico dubbio è che dietro quella carta ce ne sia un’altra, citata nell’oggetto «Riscontro della nota Covisoc in data 31 marzo 2021». Cosa conteneva quella nota? E più in generale, il carteggio fra Procura e Covisoc fa presupporre l’inizio di un’indagine? Non in senso tecnico: pare più un ragionamento preparatorio di un’inchiesta, all’epoca dello scambio il tema delle plusvalenze è caldo, sia Covisoc che Procura ragionano, probabilmente sulle modalità investigative, rese difficili – come sottolinea lo stesso Chiné – dall’assenza di un criterio o una legge (che mancano tutt’ora, per la cronaca). Quindi cosa inquietava la giustizia sportiva? Magari un giorno ce lo diranno o lo scopriremo. Adesso rimane la sensazione che la toga sportiva venga indossata un po’ come una stella da sceriffo dai giudici, in nome di un’autonomia praticata in modo assai più generoso di quanto preveda lo stesso Codice di Giustizia dello Sport (e peraltro si tratta di giudici che quando vestono la toga ordinaria sono quasi sempre onoratissimi ed eccellenti professionisti)”.

 

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