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Il caso plusvalenze-Juventus lascerà tutti contenti, in Italia non c’è sentenza che non sia politica

Il vostro Gordon Gekko vi dice che bisognerà guardare all’appello, che Elkann potrà dire di aver ripulito il club, magari per una futura vendita

Il caso plusvalenze-Juventus lascerà tutti contenti, in Italia non c’è sentenza che non sia politica

Non illudetevi, in Italia non c’è sentenza che non sia politica. Un anno fa la Covisoc segnala un problema macroscopico che è impossibile ignorare. La Corte d’appello federale si pronuncia su un capo d’accusa che aveva già dichiarato non perseguibile nascondendosi dietro l’impossibilità (che invece impossibile non è) di valutare i calciatori. (Rileggetevi Gekko di pochi mesi fa). Qualche mese dopo, è costretta a cambiare idea perché saltano fuori il libro nero di Paratici e le intercettazioni dell’inchiesta Prisma della Procura della Repubblica di Torino. Tocca riaprire il caso. La giustizia sportiva, in Italia, è sempre a traino dell’opinione pubblica.

E quindi il vostro Gordon fa le sue previsioni. La procura chiede 9 punti di penalizzazione sapendo che non saranno 9. Mettiamo che gliene diano sette. Poi, si sa come va il mondo. Ci sarà l’appello. Nel frattempo i cattivoni Agnelli, Nedved e Paratici sono stati allontanati. La Juventus ha offerto il proprio aspetto presentabile. La redenzione dai peccati. L’opinione pubblica guarderà altrove e si giocheranno un po’ di partite. E magari in appello i punti diventeranno quattro, o tre. Magari quelli che potranno servire per garantire comunque l’eventuale qualificazione in Champions League.

In questo modo, amici, se ci pensate, tutti sarebbero contenti. La Juventus avrà pagato il suo debito morale, la vecchia dirigenza avrà subito l’onta della condanna, la giustizia sportiva potrà dire di aver adempiuto al proprio dovere senza infierire. E magari John Elkann potrà vendere una società che avrà salvato la continuità di fatturato. Solo un sogno? Può essere. Tu chiamala, se vuoi, premonizione.

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