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Hamilton e il razzismo: “Mi chiamavano mezzosangue, gli insegnanti dicevano che non ce l’avrei fatta”

In un intervista rilasciata a Jay Shetty: «Quando impari la storia ti rendi conto che non c’è mai una persona di colore»

Hamilton e il razzismo: “Mi chiamavano mezzosangue, gli insegnanti dicevano che non ce l’avrei fatta”
Spielberg (Austria) 04/07/2021 - gara F1 / foto Imago/Image Sport nella foto: Lewis Hamilton

In un’intervista con l’autore Jay Shetty, Lewis Hamilton parla a lungo del razzismo che ha sconvolto la sua infanzia. il sei volte campione del mondo di Formula 1 descrive in dettaglio ciò che ha segnato la sua infanzia, vale a dire diversi episodi di razzismo:

«Ero già vittima di bullismo quando avevo sei anni. Penso che all’epoca di questa particolare scuola, ero sicuramente uno dei tre bambini di colore».

Il pilota di F1 ricorda gli insulti razzisti che ha ricevuto quando era piccolo:

«La gente ti chiama mezzosangue. Questo, per me, è stata dura. Quando frequenti un corso di storia e nella storia che ci stavano insegnando non c’erano immagini di persone di colore. Io mi chiedevo: “dove sono le persone che sembrano me?”».

A scuola gli insegnanti gli dicevano che non avrebbe avuto successo:

«Gli insegnanti mi dicevano: “non sarai mai nessuno”. Ricordo che ero dietro il cortile, in lacrime, dicendo a me stesso: “Non sarò nessuno”».

«Il sistema era contro di me e nuotavo controcorrente. Ma sono così grato per il mio passato, perché è quello che mi ha fatto diventare la persona che sono oggi. All’epoca non mi sentivo in grado di tornare a casa e parlare con i miei genitori. Non volevo che mio padre pensasse che non fossi forte».

Ricordano le parole dell’ex pilota brasiliano Nelson Piquet che nel 2021 durante il Gp di Silverstone definì il britannico un “piccolo negro”:

«È più che una questione di linguaggio, aveva reagito Hamilton. Queste mentalità arcaiche devono cambiare e non devono avere posto nel nostro sport. Sono stato circondato da questi atteggiamenti e preso di mira per tutta la vita. Ho avuto tutto il tempo per imparare».

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