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Ancelotti, Gattuso e la verità con tre anni di ritardo

Il giornalismo di relazione si fece due conti e puntò sul tecnico (misteriosamente) considerato il cavallo vincente. Ora la vicenda è chiara anche ai non lettori del Napolista

Ancelotti, Gattuso e la verità con tre anni di ritardo
Gattuso e Ancelotti (Carlo Hermann / Kontrolab)

Con appena tre anni di ritardo, il giornalismo italiano ha ammesso quel che è accaduto a Napoli tra Ancelotti e Gattuso. Non ci soffermiamo più di tanto perché i lettori del Napolista hanno sempre saputo tutto, essendo stati noi una delle due testate (l’altra è il Corriere dello Sport) che scelse da subito di raccontare quel che tutti sapevano come ha onestamente ammesso Sandro Sabatini. Ci siamo dovuti sorbire per anni articolesse sul Gattuso uomo, i suoi valori oltre a quelli – invero inspiegabili – sulle sue capacità di allenatore. Senza tediarvi oltre (sapete tutto, qui vi raccontammo in anteprima anche il no di Gattuso a Ibrahimovic), qualche considerazione va fatta. In noi è forte il sospetto che, nella narrazione, la differenza la fece una questione di opportunità. Ancelotti era dipinto e considerato come il bollito, l’uomo a fine corsa; Gattuso per motivi insondabili, diciamo esoterici, come l’allenatore in ascesa. Viene da sé comprendere come mai nel giornalismo di relazione – l’unica forma di giornalismo esistente in Italia, tranne rarissime eccezioni come ad esempio, passando a temi seri, Mariano Giustino – si scelse di censurare la rottura e procedere con patetici osanna al tecnico calabrese. Il quale, ricordiamo, è uno degli eroi del 2006 categoria che mediaticamente è più protetta dei panda.

Sulla grottesca narrazione di alcune testate napoletane preferiamo calare un velo pietoso. Anche dalla scelta dei personaggi cui genuflettersi si valuta la cifra degli individui.

Ci tocca infine, ma è storia stranota, ricordare che De Laurentiis, Giuntoli e Chiavelli pensarono di sollevare il Napoli esonerando Carlo Ancelotti e ingaggiando Rino Gattuso. Nessuno ha mai ammesso il proprio errore, a vario modo si sono sempre girati dall’altra parte fischiettando. Il seme dell’incompetenza e dell’autolesionismo è tuttora annidato nel Calcio Napoli, anche di fronte a scelte aziendali e a campagne acquisti e allenatori particolarmente azzeccate. È bene non dimenticarlo.

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