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La pallavolo integrata per vincere ogni fragilità

Ogni squadra è formata da 4 giocatori diversamente abili e 2 normodotati. Si prende consapevolezza del fatto che tutti possiamo essere utili se ci impegniamo

La pallavolo integrata per vincere ogni fragilità

Inclusività, integrazione, parità. Questi sono i valori che stanno alla base della “pallavolo integrata”, sport di squadra di CSI (Centro Sportivo Italiano) e di FISDIR (Federazione Italiana Sport Disabilità Intellettiva Relazionale), ispirato alla pallavolo e che vede giocare sotto rete persone abili e diversamente abili.

Combattere e vincere ogni fragilità

Mentre nella pallavolo “classica” esistono categorie diverse a seconda di età e sesso, nella pallavolo integrata si gioca tutti insieme: in campo domina l’uguaglianza!

Si tratta, dunque, di squadre miste costituite da 4 giocatori diversamente abili e 2 normodotati, nel ruolo di libero, che si trovano a scontrarsi periodicamente in tornei e partite del Campionato Nazionale.

Ognuno viene visto semplicemente come un atleta e, in quanto tale, gli si richiede lo sviluppo di numerose competenze sportive e, prima ancora, umane. 

S’impara ad entrare in sintonia con gli altri, a collaborare, a controllare le proprie emozioni di fronte ad un pubblico non sempre sostenitore; si condividono spazi, esperienze di vita e storie personali; si contribuisce alla nascita di un non indifferente senso di squadra, empatia, amicizia, rispetto; qui si annulla qualsiasi pregiudizio; si prende consapevolezza del fatto che tutti sono utili a modo loro, che ciascuno dà il meglio di sé in qualsiasi partita ed allenamento, che ogni punto è guadagnato grazie a fatica ed impegno.

Si comprende che niente e nessuno è fuori posto o sbagliato…diversità è normalità!

Gli amici di Emmy e Chiara” appartiene a questa realtà: si tratta della squadra di pallavolo integrata della Società Sportiva “Il Dosso” di Castelleone (Cr).

I ragazzi, allenati da Donika Shtuka, vantano diversi riconoscimenti nazionali, come un prestigioso secondo posto all’ultimo Torneo di Ravenna, giocato l’1 novembre 2022.

Donika, quando e da dove nasce l’idea di creare una squadra di pallavolo integrata? C’era già qualche precedente?

L’idea di creare “Gli amici di Emmy e Chiara” nasce 14 anni fa da me e Davide Iacchetti (membro della Commissione Nazionale CSI dell’attività sportiva con disabili). La Federazione Pallavolo Juniores aveva già favorito la creazione di diverse squadre di Special Olympics, ma le regole di gioco vigenti non rispecchiavano i nostri ideali: secondo il regolamento di tali squadre, in campo dovrebbero essere presenti 3 giocatori diversamente abili e 3 normodotati, che giocano tutti nello stesso modo come in una squadra di pallavolo qualsiasi, battendo, palleggiando, schiacciando e murando. L’obiettivo che io e Davide inseguivamo e continuiamo ad inseguire tuttora vuole che ragazzi e ragazze con disabilità siano protagonisti sotto rete. Sulla base di ciò abbiamo adattato le regole: i giocatori diversamente abili da tre sono diventati quattro; i normodotati si sono ridotti a due e si è deciso di vietare loro qualunque forma di attacco nel campo avversario (battuta, schiacciata e muro) …per la pallavolo integrata l’azione deve iniziare e finire con il tocco di un giocatore diversamente abile.

Mi ricordo la prima partita che per noi rappresentava una sorta di “prova del nove” di questo nuovo regolamento: l’abbiamo giocata a Novara ed è stata un successo! Da quel momento sono nate diverse squadre (se ne contavano undici prima del covid) e sono stati organizzati campionati e tornei della Regione Lombardia. Dopo qualche anno sono poi intervenuti FISDIR, CSI e il CONI Paraolimpico, promotore del Torneo di Ravenna, a cui partecipano squadre provenienti da tutta Italia.

Vi è una ragione precisa dietro il nome della squadra “Gli amici di Emmy e Chiara”?

Sì! Emmy e Chiara sono gli Angeli Custodi della squadra. Emmy è mia figlia e Chiara, invece, la figlia di Carlo Datti. Sono due bimbe diversamente abili venute a mancare in tenerissima età (entrambe avevano circa un anno). Per quanto piccole, sono state due guerriere fortissime che hanno lottato con le unghie e con i denti per la propria vita. Questo è il messaggio che la squadra e la pallavolo integrata vogliono trasmettere: combattere sempre, mollare mai!

Cosa ti ha spinta ad allenare questa squadra e quale ragione ti porta a continuare?

La mia esperienza personale: so come si vive ad avere un bambino diversamente abile.

Inoltre, qui ho trovato una famiglia; quando penso alla squadra, ciò che vedo è sincerità, voglia di fare, educazione, rispetto e, soprattutto, amore. In palestra la parola solitudine scompare, perde di significato…neppure durante il covid ci siamo sentiti soli, perché “Gli amici di Emmy e Chiara” è un punto di riferimento per tutti: per me, per i ragazzi (che molto spesso lo Stato abbandona una volta raggiunta la maggior età), per le loro famiglie.

Il mio dispiacere più grande è che la pallavolo integrata non venga apprezzata e riconosciuta come si dovrebbe, cioè una società sportiva a tutti gli effetti…per di più gratuita (ride, ndr).

Quali sono le maggiori difficoltà che incontrate? Come le affrontate?

Devo dire che le uniche grandi difficoltà sono legate alla salute dei ragazzi: non tutti i giorni sono uguali e, di conseguenza, non sempre allenamenti e partite vanno come immaginato. Capita il malessere fisico, una crisi o un momento in cui paranoie e paure si fanno sentire maggiormente. In ogni caso, niente di incontrollabile o irrisolvibile.

Che cosa vorresti dire a chi sta valutando di creare nuove squadre? Da dove consiglieresti di partire?

Sicuramente servono un allenatore (non un educatore) e dei volontari che giochino come liberi. L’allenamento di una squadra di pallavolo integrata appena creata è molto simile a quello di una Under12: si deve cominciare da zero e dimostrare ogni esercizio. S’inizia con il palleggio, il bagher, il modo in cui tenere le mani, si lavora da soli contro il muro, poi in coppia e, infine, ci si ritrova in campo in sei. Ripeto: nulla di diverso da un Under12! Tra le personalità di spicco della squadra c’è, senz’ombra di dubbio, Doralice Spinelli, premiata come Miglior Giocatrice del Torneo di Ravenna.

Alice, cosa provi quando giochi a pallavolo? Le emozioni sono le stesse di quando hai iniziato o ogni partita suscita un sentimento nuovo e diverso?

Adrenalina! L’adrenalina è alle stelle. Sono sempre super felice quando entro in campo e lo sono ancora di più quando faccio punto. Al contrario, provo rabbia nel momento in cui inizio a sbagliare e le cose sembrano andare sempre peggio.  Sono contenta che le emozioni siano ancora le stesse: l’entusiasmo non si è spento, sebbene le squadre avversarie siano le solite ed io giochi già da 14 anni!

Ogni volta che entro in campo mi sembra di vivere la mia prima partita. Oggi posso dire di avere molta più consapevolezza del gioco, delle mie abilità e dei miei limiti, che affronto con meno paura rispetto agli inizi.

Hai praticato altri sport? Perché hai scelto proprio la pallavolo e perché “Gli amici di Emmy e Chiara” ti piace così tanto?

Da piccola ho praticato pallavolo e basket e mi divertivo a giocare a calcio sotto casa. La pallavolo ha sempre avuto un posto speciale nel mio cuore e ho sempre pensato fosse lo sport più adatto a me.

Sono venuta a conoscenza di questa squadra grazie ad un’amica del C.P.S. (Centro Psico Sociale). Ho fatto qualche allenamento di prova e mi sono trovata benissimo. Qui mi sembra di stare in famiglia e ho instaurato dei rapporti di amicizia che mai avrei sognato. L’allenatrice Donika, poi, è professionale a livelli esagerati; è una persona molto seria, sempre pronta a spronarti a dare il meglio.

Qual è stato il tuo primo pensiero dopo essere stata nominata MVP del torneo?

Ho pensato subito a due persone fondamentali nella mia vita: mia mamma e mio papà, che, purtroppo, non ci sono più. Questo premio l’ho dedicato a loro.

Fortunatamente, “Gli amici di Emmy e Chiara” non è l’unica entità sociale e sportiva presente sul suolo italiano. Andando da nord a sud, troviamo:

  • “Gasp” di Morbegno (So);
  • “Fuorionda” di Torino;
  • “Cremonesini Volley” di Pontevico (Br);
  • “Sgammati” di Cremona;
  • le due squadre di Pesaro-Urbino: “Alpha” e “So Sport”;
  • due squadre anche a Roma con i “Lumiere” e i “Roma 81”;
  • “Obiettivo Uomo” di Napoli.

La speranza che CSI e FISDIR continuano a nutrire è quella di poter dar vita a nuovi team, cosicché sempre più persone con disabilità possano divertirsi, socializzare, condividere passioni comuni e sentirsi parte di un’altra grande e rumorosa famiglia: la squadra!

Con la pandemia, tutte le competizioni sportive della pallavolo integrata sono state sospese e, ad oggi, la ripresa risulta difficile: la paura di contrarre il covid è ancora troppo forte per questi giocatori “fragili”.

Per “Gli amici di Emmy e Chiara” il campionato provinciale dovrebbe partire da gennaio, mentre continua ad essere in dubbio la possibilità di giocare i tornei regionali (proprio a causa delle suddette ragioni).

Ad ogni modo, noi siamo impazienti di vederli scendere in campo: incrociamo le dita!

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