Il ct lo ha mandato in campo solo al 73′. Un ingresso umiliante. Cristiano sa che è un mondo spietato: finora lo spietato e l’egoista è sempre stato lui.
La partita di Cristiano Ronaldo è stata come “uno entra alla festa in ritardo” e “solo dopo che i buttafuori all’ingresso hanno scrutato per bene se aveva i requisiti”. Lo scrive Arianna Rivelli sul Corriere della Sera. CR7 è stato mandato in panchina, dal ct Santos, ieri, contro la Svizzera. E’ entrato in campo solo al 73′, quando il risultato era ormai al sicuro.
“un po’ infastidito e un po’ offeso, Cristiano Ronaldo ha la faccia di chi non si capacita di come, fino a ieri, tutto questo fosse suo e ora il suo stesso mondo voglia metterlo ai margini, in panchina addirittura, lui e le sue 194 presenze in Nazionale”.
In panchina ha assistito ai tre gol di Ramos, il suo sostituto in campo.
“Ingrati? Ovvio, ma è un mondo spietato e Cristiano lo sa meglio di chiunque altro, perché lo spietato, l’accentratore, l’egoista, è sempre stato lui. Il Qatar è la festa degli altri, del nuovo che avanza e di quei tre che sono entrati con il tappeto rosso ai quarti (in ordine di apparizione: Lionel Messi, Kylian Mbappé e Neymar), non la sua”.
Lui resta in panchina a mangiarsi le unghie, non festeggia al gol di Ramos ma solo a quello dell'”anziano” Pepe, “il suo vecchio scudiero al Real”.
Poi, finalmente, Santos lo manda in campo. Al 73′. Il quotidiano scrive:
“Nessun gol, però, ha avuto il boato del suo ingresso un po’ umiliante, il c.t. Santos si regala una notte da Spalletti con Totti. CR7 non guida ma è al traino, la sua punizione, come centinaia di altre prima, sbatte sulla barriera, poi segna ma è in fuorigioco, poi il rimbalzo lo tradisce, poi vede anche Leao, entrato dopo di lui, trovare gloria”.
Alla fine della partita esce dal campo applaudendo la famiglia riunita negli spalti e, prima dei compagni, si rifugia nello spogliatoio.
“È tutto un po’ triste così”.