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Perché il Napoli dovrebbe soffrire la sosta più degli altri?

Tra gli opinionisti è tutto un «a gennaio cambia tutto». Ma a meno che non si tratti di chiromanzia, non si capisce in base a cosa

Perché il Napoli dovrebbe soffrire la sosta più degli altri?
Ci Napoli 08/11/2022 - campionato di calcio serie A / Napoli-Empoli / foto Carmelo Imbesi/Image Sport nella foto: Piotr Zielinski

Pur non accodandosi al coro vittimistico che spesso si leva da queste parti, viene difficile non essere infastiditi da questa legge non scritta per cui a tutti i giudizi (naturalmente positivi) sulla stagione del Napoli di De Laurentiis e di Spalletti si debba, con frequenza sempre maggiore, aggiungere un’avversativa su gennaio. «Sì, ma a gennaio cambia tutto», «Sì, il Napoli sta facendo cose straordinarie ma a gennaio inizia un altro campionato». L’ha detto su YouTube l’altro ieri Fabio Caressa, l’ha ripetuto alla stampa lo stesso Massimiliano Allegri. Ma possiamo fermarci col fare nomi. D’altronde si tratta di un assunto che la maggioranza dei giornali dà per scontato da mesi.

Sembra quasi che un pezzo dell’opinione pubblica di questo Paese cominci a sentire la necessità di ricorrere a discutibili arti chiromantiche pur di non ammettere serenamente e senza reticenze che il Napoli si sta mettendo in una condizione per cui questo scudetto, da gennaio, può solo perderlo.

Nessuno si sente già campione d’Italia – e ci mancherebbe. E però sarebbe interessante ascoltare le ragioni per cui “da gennaio cambia tutto” e soprattutto i motivi per cui cambia a sfavore del Napoli. Perché ad ora – al di là della chiromanzia – di argomenti concreti a favore di questa tesi si fa fatica a trovarne.

Analogie, nel passato, non ce ne sono mica. Qualcuno sventola il re-start dopo il lockdown del 2020, con l’annesso crollo della Lazio di Inzaghi. Ma ci sono almeno tre  differenze sostanziali:

  1. Il campionato non riprenderà a ritmi diversi da quelli di adesso, come fu all’epoca;
  2. La rosa del Napoli, pure fosse, non presenta le ristrettezze numeriche di quella della Lazio di due anni fa. Al contrario, ne è già stata dimostrata la profondità visto che ben 9 gol del campionato del Napoli vengono dalla panchina (record in Europa). È una rosa che sa vincere anche senza i migliori calciatori;
  3. La Lazio al momento dello stop era seconda in classifica con un punto in meno della Juventus di Sarri, che poi avrebbe vinto il campionato. Non aveva certo accumulato il vantaggio del Napoli.

Da gennaio cambia tutto”, dicevamo. Ma non si capisce perché il Napoli dovrebbe soffrire più degli altri il Mondiale. Di certo non è un fatto che dipende dai calciatori che andranno in Qatar. Lo dicono i numeri.

Ammesso che conti a qualcosa – qualche dubbio al riguardo chi scrive ce l’ha – la rassegna iridata terrà impegnati 5 giocatori azzurri, forse 7. Certamente Kim, Zielinski, Anguissa, Olivera e Lozano. Più sì che no Ndombele e Mario Rui. Più o meno nella stessa situazione numerica stanno il Milan, l’Inter (sebbene i nerazzurri appaiano più fuori che dentro la “lotta” scudetto) e – volendo includere anche i bergamaschi – l’Atalanta. La Juve, senza contare Pogba, ne dovrebbe mandare al Mondiale addirittura 12. Sono sostanzialmente tutti sulla stessa barca, da qualunque punto la si guardi.

Per quale assurdo motivo, dunque, gli azzurri dovrebbero patire della sosta più degli altri? Mistero.

Spalletti avrà addirittura l’opportunità di far tirare il fiato ad alcuni uomini, di fare una nuova preparazione e di lavorare – come ha detto lui stesso – a soluzioni offensive a cui, nel ritiro estivo (visto che Simeone e Raspadori sono arrivati a fine agosto), non aveva avuto tempo di lavorare: fatta eccezione per Lozano, infatti, gli attaccanti saranno tutti agli ordini del toscano. Un plus, più che un minus.

Per il resto, parlerà il campo. Nella massima tranquillità. Può essere che il Napoli da gennaio non vincerà più una partita, chi lo sa. Solo che ad oggi questa nefasta previsione dei media somiglia più al troisiano “ricordati che devi morire” di Non ci resta che piangere. 

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