Ci sarà un po’ di Italia domenica alle ore 17. La partita sarà la prima del gruppo A che include anche il Senegal di Koulibaly e l’Olanda
Il Mondiale comincia nel segno di Orsato, arbitrerà la gara inaugurale Qatar-Ecuador.
La gara si giocherà domenica, dalle 17 ora italiana, all’Al Bayt Stadium.
Orsato è stato al Var all’edizione 2018 della Coppa del mondo in Russia.
È inutile dilungarsi su Orsato.
La partita sarà la prima del gruppo A che include anche il Senegal di Koulibaly e l’Olanda.
Ricordiamo che ai Mondiali si discute molto della decisione del Qatar di vietare la vendita di birre.
Con “un brusco voltafaccia”, scrive il Nyt, “i funzionari del Qatar hanno deciso che l’unico alcol in vendita negli stadi durante il mese di Coppa del Mondo sarà analcolico”.
La decisione è confermata da un funzionario della Coppa del Mondo che non vuole essere nominato.
Ecco cosa ha scritto il Telegraph.
“Beh, è imbarazzante…”. Ed è tutto qui il commento di Budweiser. Tradotto in comunicazione aziendale – considerato che il birrificio americano è uno sponsor da 75 milioni di dollari per la Fifa e che normalmente non fiata – significa “casino”. Sta per scoppiare un casino commerciale. In attesa che accada però il caso “birra” è già scoppiato politicamente in faccia alla Fifa. Il Telegraph scrive – con un editoriale di Sam Wallace – che Infantino non ci ha capito niente, e che soprattutto ha perso le redini del Mondiale. Comanda il Qatar, con tutto ciò che ne consegue.
“La domanda è semplice – scrive Wallace – Gianni Infantino ha perso il controllo del proprio torneo? Meno di 24 ore prima di prepararsi a parlare ai media di tutto il mondo, l’avvocato svizzero non sta conducendo lo spettacolo. A dettare legge sono invece le forze politiche che governano il Qatar, e soprattutto gli elementi conservatori di questa nazione”.
E ancora: “Come residente di lunga data a Doha che ha trasferito la sua famiglia a vivere in città, forse Infantino pensava di avere la misura del Qatar. Eppure sembra che la Fifa conosca a malapena il Qatar”. “La Fifa è ora ostaggio del vento politico prevalente. E si chiede: e poi?”.