Pranzo al ristorante Il Cambio. Agnelli ha parlato anche di Superlega: “Le grandi squadre vogliono sempre affrontare altre grandi squadre”
L’Equipe scrive del pranzo che si è svolto oggi a Torino tra Andrea Agnelli e Nasser al-Khelaifi. Pranzo diplomatico a poche ore dal match di Champions tra la Juventus e il Psg. Juventus che per stasera dovrà fare a meno anche di Moise Kean e ha come attaccante il solo Milik pur se tra i convocati figura anche Chiesa.
L’Equipe lo descrive come un pranzo nel centro di Torino sullo sfondo della Superlega.
Mentre Andrea Agnelli è stato uno dei soci fondatori del progetto chiuso Superlega (con Barcellona e Real Madrid) e Nasser al-Khelaifi ha fatto di tutto per farlo fallire. I due si sono incontrati questo martedì all’ora di pranzo al ristorante Il Cambio di Torino, poche ore prima dell’incontro tra Juventus e Paris Saint-Germain, mercoledì (ore 21).
Scrive L’Equipe:
Secondo i testimoni, il presidente della Juventus inizialmente ha rimpianto dello scarso interesse attorno all’incontro mentre la Juventus, già eliminata, giocherà per un posto in Europa League e il Paris Saint-Germain giocherà per il primo posto in classifica. Poi Agnelli ha rimesso sul tavolo il tema della Superlega: “Le grandi squadre vogliono sempre affrontare altre grandi squadre” ha affermato, in sostanza. L’italiano ha nuovamente sollevato l’argomento con la sua controparte parigina. Senza battere ciglio Al Khelaifi ha ricordato che i cicli di vittorie e sconfitte era l’essenza del calcio.
Proprio oggi l’ad della Superlega ha annunciato: «La prossima settimana incontrerò l’Uefa a Nyon»
Il nuovo Ceo di A22, società che si trova dietro al progetto della Superlega, Bernd Reichart, è stato ospite del podcast “Einfach Mal Luppen”, del centrocampista del Real Madrid Toni Kroos. Reichart ha toccato diversi temi, a partire da quello Superlega. Ha annunciato un incontro a breve con l’Uefa.
«Abbiamo offerto alla Uefa un dialogo e questo invito è stato accettato. Sarò a Nyon la prossima settimana per parlare con la Uefa del tema. Questo è anche ciò che intendo per dialogo, che l’altra parte sia ascoltata e che possiamo confrontarci con le idee. Sicuramente non potremo essere d’accordo su tutto, ma è un buon segno per i club che potrebbero ancora esitare in questo momento o addirittura temere sanzioni se si impegnano nel dialogo. L’impegno della Uefa affinché sia possibile un dialogo aperto sul futuro del calcio è un segnale positivo. Riteniamo che il calcio europeo non stia realizzando il suo potenziale in questo momento. Che in Europa possano essere offerte partite e competizioni migliori. Siamo preoccupati per l’ecosistema economico dei club, che attualmente sono sotto pressione finanziaria, e crediamo che le competizioni europee per club dovrebbero essere organizzate dai club stessi, come si fa nei campionati nazionali. E’ chiaro che la competizione sportiva è uguale per tutti e deve dare a tutti i club la possibilità di vivere il sogno europeo. In Super League non ci sono iscritti fissi, non è un’entità chiusa».