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«La Superlega si farà, per la sopravvivenza del calcio. Può partire nel 2024» 

Il nuovo Ceo Reichart a Tuttosport: «Florentino, Agnelli e Laporta sono ancora qui a provare a migliorare il calcio europeo, nonostante minacce e critiche feroci» 

«La Superlega si farà, per la sopravvivenza del calcio. Può partire nel 2024» 
Mg Madrid (Spagna) 13/05/2015 - Champions League / Real Madrid-Juventus / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Andrea Agnelli-Florentino Perez

Guido Vaciago intervista, per Tuttosport, Bernd Reichart, il nuovo amministratore delegato della A22 Sports Management, società che è dietro il progetto della Superlega. Nei giorni scorsi ha rilasciato un’intervista al Financial Times in cui ha ipotizzato la partenza concreta della Superlega nel 2024. Lo ribadisce al quotidiano sportivo.

Un anno e mezzo fa, quando il progetto fu presentato, il clima di minacce e sanzioni messo in atto dalla Uefa e da alcuni governi non ha consentito un confronto sul tema, dice. Oggi è diverso.

«Il clima di minacce e sanzioni, messo subito in atto dall’Uefa e da alcuni governi, aveva impedito di impostare un confronto. Dopodiché oggi ci presentiamo con un’evoluzione di quel progetto, con un torneo aperto e con un approccio completamente diverso».

Esiste, dunque, un nuovo format della Super League?

«No, esiste una nostra idea, che si basa su un torneo aperto, con retrocessioni e promozioni, che possa essere più attraente per il pubblico, più coinvolgente e meglio spendibile a livello globale. Ma siamo qui per ascoltare, per analizzare le idee di tutti e non per imporre un format, ma per costruirlo insieme».

Il vostro progetto si potrebbe definire un campionato dell’Unione Europea?

«I regolamenti dentro i quali ci muoviamo sono quelli dell’Unione, quindi sì, si potrebbe definire anche in quel modo, ma il nostro è un modello inclusivo, quindi non ci sono preclusioni di alcun tipo».

Andrete a parlare anche da Ceferin?

«Certo. Beh, se lui vorrà ovviamente. Al momento gli abbiamo spedito una lettera che lui ha ricevuto e ha fatto sapere che risponderà a tempo debito. Aspettiamo».

E dalla Fifa?

«Certamente. Parleremo con tutti coloro che hanno a cuore il futuro del calcio europeo, che è un problema anche di cultura. Il calcio è l’unico sport veramente globale nel mondo. È nato in Europa e si è espanso ovunque nel corso del secolo scorso, ora affronta una crisi di interesse, soprattutto nei confronti delle giovani generazioni. Possiamo ignorarla, ma il risultato è che il calcio europeo finirebbe per diventare sempre meno rilevante e l’Europa stessa perderebbe un elemento importante della sua cultura».

Perché i giovani sono meno interessati al calcio?

«Perché la concorrenza nel mondo dell’intrattenimento è enorme e feroce. Ci sono i videogiochi, gli smartphone, i social network, le piattaforme di streaming… Il calcio così com’è rischia di essere meno attraente ai loro occhi, che pure ammirano i grandi campioni. Qual è il calcio che piace ai ragazzi? Quello dei top player che si sfidano. Guardate che partite simulano con i videogiochi: quelle fra grandi club o fra squadre che costruiscono loro stessi mettendo insieme i campioni. Possiamo anche non dare peso a questa rivoluzione, in nome delle tradizioni del calcio, ma poi rischiamo di rimanere con le tradizioni e un pugno di spettatori. Il calcio deve decidere se calarsi nel presente o rimanere solo nel passato».

I campionati nazionali sono il passato?

«No, i campionati nazionali sono la linfa del calcio e possono coesistere con il nostro progetto. Nessuno deve temere che la nostra idea possa influire negativamente sui campionati nazionali».

Cosa dirà ai tifosi per convincerli?

«I tifosi sono tifosi dei club, non delle Federazioni o dei format delle competizioni. E qui è in ballo il futuro dei club, degli oggetti del loro amore. Questo spiegherò».

Qual è il ruolo di Florentino Perez, Andrea Agnelli e Joan Laporta nel progetto?

«Loro hanno iniziato il discorso un anno e mezzo fa, mettendo sul tavolo i problemi del calcio e nonostante le minacce e le critiche, anche feroci, sono ancora qui a farsi carico della loro responsabilità di club che guidano il calcio europeo, provando a migliorarlo e portarlo nel futuro».

La Superlega, quindi, si farà? E se sì, quando?

«Questo sarà il mio, il nostro obiettivo nei prossimi mesi. Vedremo quale sarà la decisione della Corte Europea e noi saremo pronti. Io sono convinto che si farà, per il bene e la sopravvivenza del calcio. Sui tempi non riesco a fare una previsione precisa, ma credo che non si possa ipotizzare un inizio prima della stagione 2024-25».

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