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La battaglia di Lotito per evitare che la Serie A paghi le tasse

Il Fatto racconta l’attività del presidente della Lazio alla Camera. Giorgetti si è opposto al salva-calcio e lui cerca sponde politiche in La Russa

La battaglia di Lotito per evitare che la Serie A paghi le tasse
Auronzo di Cadore (Bl) 17/07/2022 - amichevole / Lazio-Triestina / foto Image Sport nella foto: Claudio Lotito

Gustoso articolo del Fatto quotidiano che racconta come Claudio Lotito si stia dando da fare a Montecitorio per far sì che la Serie A non paghi le tasse. Racconta del presidente della Lazio, (neo senatore di Forza Italia, presidente della Lazio e appena eletto vicepresidente della commissione Bilancio) che alla buvette di Montecitorio bracca La Russa e il ministro Lollobrigida.

La questione è nota, il Fatto la riassume in maniera chiara (lo trovate anche sul Napolista):

Il 16 dicembre, infatti, i presidenti di Serie A devono pagare una cartella esattoriale da almeno 500 milioni, costituiti dai versamenti Irpef e i contributi previdenziali sospesi con la scusa del Covid da gennaio a novembre. Undici mesi senza tasse. Solo che, con questa imposta, almeno dieci squadre andrebbero in grande difficoltà e due sono a rischio punti di penalizzazione in classifica. Così i presidenti di Serie A (esclusa la Fiorentina) chiedono un nuovo rinvio e quindi Lotito – che non ne avrebbe nemmeno bisogno, perché la sua Lazio è tra le società con il bilancio più florido – si è fatto loro portavoce nei Palazzi romani.

Il Governo al momento ha detto no. Non saprebbe come spiegarlo agli italiani. E il principale oppositore è il ministro dell’economia leghista Giancarlo Giorgetti.

L’obiettivo, spiega Il Fatto, è guadagnare tempo per infilare il rinvio nella legge di Bilancio.

Il Fatto racconta che Lollobrigida, appena capisce l’imbarazzante questione, si defila. La Russa fa più fatica a comprendere. Prima gli chiede: “Di quanti soldi hai bisogno?”, poi: “Fammi capire, l’inter come è messa?”. Si chiude col classico “Sì sì, mi attivo io, non ti preoccupare”.

Contattato dal Fatto, il presidente del Senato conferma l’accaduto ma fa un passo indietro: “Tanta gente mi chiede di tutto… ma di questo non me ne occuperò: non è il mio ruolo” conclude La Russa.

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