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Rossi: «A Cava sputavano addosso alla mia famiglia… Con Orban mi trovo benissimo, non mi interesso di politica»

Su Repubblica intervista al ct dell’Ungheria, che in Italia se la passava malissimo e che nicchia sul regime autocratico ungherese

Rossi: «A Cava sputavano addosso alla mia famiglia… Con Orban mi trovo benissimo, non mi interesso di politica»
05/06/2022 - Uefa Nations League / Ungheria / foto Imago/Image Sport nella foto: Marco Rossi ONLY ITALY

Ogni volta che l’Italia incrocia l’Ungheria, scattano le interviste a Marco Rossi, il ct italiano. Stavolta è il turno di Repubblica, visto che c’è la Nations League. In questo caso Rossi descrive una situazione lavorativa e di vita non proprio idilliaca. Ricorda che “dopo l’ingiusto esonero dalla Cavese sono rimasto fermo un anno e mezzo ed è proprio allora che ho ricevuto questa specie di proposte che mi indussero a prendere la decisione di lasciare l’Italia non appena fosse arrivata l’offerta giusta. A un certo punto avevo anche pensato di mollare il calcio perché di qualcosa dovevo pur vivere”.

Rossi prima di finire ad allenare la nazionale di Orban è passato per Cava de’ Tirreni, e non se la passava benissimo: “Hanno fatto qualcosa di più abietto e schifoso delle minacce, perché sputare in tribuna su mia moglie e mia figlia è una cosa che credo sia successa solo allora. Dopo era una situazione durissima perché non riuscivo a ottenere un lavoro. Mi sentivo inadeguato, l’opportunità di andare in Ungheria è stata una benedizione. Oggi ho un contratto fino al 2025, e anche se ho una clausola di rescissione non ho intenzione di andar via. A differenza, però, di quanto fatto all’indomani dell’Europeo, quando declinai offerte e incontri con dirigenti della Premier, oggi le valuterei”.

Da Cava al regime autocratico di Orban, non senza qualche imbarazzo. Che Rossi dribbla con un certo spirito di sopravvivenza: “Non mi sono mai interessato di politica in Italia, figuriamoci in Ungheria. Ho sempre sentito dire che il calcio è l’oppio dei popoli e, quindi, in qualche maniera, i successi della Nazionale portano una ventata di euforia e entusiasmo al Paese in questione. Devo dire che con Orban ho un bellissimo rapporto basato esclusivamente sul calcio perché lui è un intenditore. Io, invece, non parlo di politica perché non ne so nulla. Credo che, nel mondo, di tuttologi ce ne siano già abbastanza, dai virus alle guerre, lascio a loro il compito di pontificare”.

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