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Christillin: «Agenzia di controllo? Fifa e Uefa potrebbero minacciare sanzioni»

Alla “Gazzetta”: «Nessuno vuole arrivare a quel punto, ma la vicenda spagnola insegna parecchio. L’Agenzia contraddice il principio di autonomia dello sport»

Christillin: «Agenzia di controllo? Fifa e Uefa potrebbero minacciare sanzioni»
Db Milano 23/09/2019 - The Best FIFA Football Awards / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Evelina Christillin

Eva Christillin, che fa parte del consiglio Fifa come membro Uefa, ha rilasciato un’intervista alla “Gazzetta dello Sport” dove ha commentato la proposta del Governo di creare un’agenzia per il controllo finanziario delle società calcistiche.

Christillin non ha dubbi: «Quanto è emerso finora sull’Agenzia governativa è in totale contraddizione con il principio di autonomia dello sport».

Ma qual è il pensiero di Uefa e Fifa sulla questione?

«Ho cercato domenica il presidente Fifa Infantino che era a Miami per il Gp e ho parlato con il segretario generale Matthias Grafstom. Hanno le antenne molto dritte, di certo faranno una dichiarazione dopo essersi consultati con la Uefa. Si stanno prendendo un minimo di tempo per avere un quadro completo della situazione. Ma sia Fifa che Uefa parleranno di quanto sta accadendo. Gli strumenti per farsi sentire ci sono: prima di tutto rimarcheranno fortemente l’autonomia dello sport e come extrema ratio potrebbero minacciare delle sanzioni ad excludendum».

Christillin: «La Fifa ha messo su molti “normalisation committees” in federazioni dove ci sono stati abusi»

Dunque alcuni club italiani e la Nazionale stessa potrebbero finire fuori dalle competizioni internazionali per il mancato rispetto dell’autonomia dello sport?

«Credo che nessuno voglia arrivare a quel punto. Ma la vicenda spagnola (con la Federcalcio iberica commissariata dal governo e conseguenti duri richiami di Fifa e Uefa, ndr) insegna parecchio. Storicamente, Fifa ha messo su molti “normalisation committees” in federazioni dove si sono verificati abusi e intromissioni politiche. Di solito questo avviene in paesi transoceanici non proprio civilissimi, ma in Europa è toccato per esempio alla Grecia. Anche per questo non è pensabile chiudere un occhio sull’indipendenza dalla politica, si creerebbe un precedente pericolosissimo. Ribadisco, per Fifa e Uefa l’autonomia dello sport è centrale».

La crisi economica del calcio è comunque evidente.

«È chiaro che il problema dei conti esiste, da report Uefa la percentuale dei costi degli stipendi sui ricavi è dell’83%. Non possiamo dire che l’allarme non ci sia, ma va ricordato che la Covisoc è formata da personaggi di altissimo profilo e grande competenza: pensare di risolvere così il problema mi sembra un po’ come buttare il bambino con l’acqua sporca. Serve calma. I conti sono obiettivamente brutti, ma questo non vuol dire che se ne debba occupare la politica. Bisogna che lo sport resti allo sport, con tutte le sue regole anche stringenti. Le riforme vanno fatte ma all’interno del mondo sportivo, cosa che Gravina sta già attuando. Quanto alla Uefa, il fair play finanziario è severissimo. Voglio chiudere con una domanda che dovrebbe far riflettere: che cosa succede se l’ipotetica Agenzia dice che la squadra X non si può iscrivere al campionato mentre la Uefa la ammette alle Coppe? Chi prevale?».

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