Il quotidiano francese racconta la storia di un imprenditore imprigionato per nove mesi perché sarebbe stato trovato in possesso di documenti compromettenti
Per il quotidiano francese Libération Al Khelaifi sarebbe coinvolto in una vicenda poco chiara di ricatti e sequestri che riguarderebbero l’organizzazione dei Mondiali in Qatar. Lo riporta oggi anche L’Equipe.
Rivelato mercoledì sera sul sito web di Libération, questo caso evidenzia i metodi “del piccolo emirato del Golfo” per proteggere i suoi segreti”.
Al centro dell’intrigo ci sarebbe Tayeb B., arrestato a Doha il 13 gennaio 2020 e imprigionato per quasi nove mesi in condizioni difficili, perché in possesso di documenti presumibilmente compromettenti per Al-Khelaifi. L’uomo d’affari di 41 anni è stato rilasciato il 1° novembre 2020, dopo la consegna alle autorità del Qatar, tramite un accordo confidenziale, che includeva chiavette USB e un disco rigido su cui erano memorizzati informazioni sensibili.
Secondo Libération, questi documenti riguardano sospetti di un’azione corruttiva da parte dell’emirato e di Al-Khelaifi nella controversa assegnazione della Coppa del Mondo al Qatar dodici anni fa, e fatti di lavoro nascosti dall’entourage del presidente del Psg.
In sua difesa, sempre su Libération, ha parlato un parente di Al-Khelaifi che ha respinto le accuse affermando che Tayeb B. “è un ricattatore che voleva milioni di euro”.