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Kvaratskhelia sta lì a ricordarci che De Laurentiis ha capito la lezione

Come ha detto Velasco, bisogna cambiare quando le cose vanno bene. Non quando è troppo tardi. Il Napoli ha un progetto chiaro, checché ne dica la piazza

Kvaratskhelia sta lì a ricordarci che De Laurentiis ha capito la lezione
Il presidente del Napoli Aurelio De Laurentiis

Del 21enne Khvicha Kvaratskhelia vi consigliamo la visione della sua partita dello scorso anno contro la Spagna. Decisamente meglio dei soliti video “all best” in cui persino Chavez poteva sembrare un giocatore di calcio. Kvaratskhelia è un bel colpo. Del resto lo scouting del Napoli (l’ottimo Maurizio Micheli) ha già dimostrato di avere la vista lunga in tante occasioni, l’ultima in occasione della pesca di Anguissa. Va riconosciuto a Giuntoli di aver acquistato un anno e mezzo fa calciatori che soltanto la gestione Gattuso aveva portato a scambiare per persone che svolgevano un altro lavoro. Due su tutti: Rrahmani e Lobotka. Ancora ricordiamo le risatine di scherno quando – ancor prima della sua presentazione – venivano riportate dichiarazioni di Spalletti che avrebbe voluto affidare a Lobotka le chiavi del centrocampo. Avere un allenatore conta qualcosa in una squadra di calcio e Spalletti ha finito col valorizzare il lavoro del direttore sportivo che pure tanto si era affannato per portare a Napoli il tecnico calabrese.

La domanda è: ma come, il Napoli è in lotta per lo scudetto e voi parlate di calciomercato? Non è che parliamo di calciomercato. Raccontiamo che, a dispetto di quel che da sempre si dice a Napoli, la società un progetto ce l’ha eccome. E lo ha sempre avuto. Anche nei momenti bui in cui è stata costretta a stare due anni fuori dalla Champions. Tanti tifosi del Napoli da anni si riempiono la bocca con frasi del tipo “non è una società, è una bancarella del torrone”. Mamma mia cosa potrebbe essere il Napoli se potesse contare su un ambiente quantomeno adulto. Non osiamo dire intelligente.

Seppure con ritardo di due anni, De Laurentiis sta procedendo al rinnovamento che troppo a lungo ha procrastinato. E che portò all’esplosione del bubbone ammutinamento. Tra sette partite, Insigne saluterà il Napoli e l’Italia. È molto probabile che lo farà anche Mertens. Non è il nome assegnato a un figlio (auguri!) a poter indirizzare una trattativa professionale. E parliamo di due calciatori che domenica a Bergamo sono stati essenziali per il successo. I professionisti non ragionano come i tifosi. Lavorano e sanno che un obiettivo importante arricchirebbe e completerebbe non poco le loro carriere.

Il Napoli è una società che ha certamente vissuto un periodo di appannamento – il periodo in cui il presidente è stato osannato dalla tifoseria – ma è durato poco. La visione non è mai mancata. De Laurentiis ha capito che non dovrà più appesantirsi, che le richieste del mercato vanno assecondate, che nessun calciatore è insostituibile. Lo ha capito a proprie spese, con due anni senza Champions. Ma lo ha capito. Sin dalla scelta di Spalletti, anzi dalla decisione di non rinnovare il contratto con Gattuso, era evidente una ritrovata lucidità di Adl. Che, per fortuna del Napoli, è ben saldo al timone del club. Si diverte, ci guadagna, è competitivo. Come ha ricordato qualche giorno fa Velasco, il problema dell’Italia è che non sa vincere. Non capisce che bisogna cambiare quando si è in cima, non quando è troppo tardi. E il Napoli quest’anno ha già vinto, ha 12 punti di vantaggio sulla quinta in classifica che è la Roma. A meno di un crollo oggi imprevedibile, tornerà in Champions. Per il resto, si vedrà.

In questa attenzione alle sirene del mercato, oltre a Olivera del Getafe, c’è anche la questione Osimhen. Per il quale, come scritto oggi dal Corriere dello Sport, non sarà ripetuto l’errore commesso con Koulibaly. Il Napoli deve diventare, e lo sta diventando, una società più agile. Non deve muoversi con tempi sovietici. E, soprattutto, non deve mai, mai, ascoltare la piazza. Sarebbe la strada più sicura per fallimenti calcistici ed economici. Kvaratskhelia sta lì a ricordarci che De Laurentiis ha capito la lezione.

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