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Federica Pellegrini e il maschilismo: «Quando gli allenatori maschi non mi fecero entrare in ascensore»

Al Corsera: «non far trapelare le mie debolezze di ragazza è diventato controproducente. Mia madre si alzava alle 5 per me»

Federica Pellegrini e il maschilismo: «Quando gli allenatori maschi non mi fecero entrare in ascensore»
Roma 23/06/2017 - Trofeo Sette Colli 2017 Internazionali d'Italia / foto Insidefoto/Image Sport nella foto: Federica Pellegrini

Federica Pellegrini e il maschilismo: «Quando gli allenatori maschi non mi fecero entrare in ascensore». La sua performance alla Milanesiana raccontata dal Corriere della Sera.

Una finale da disputare e un ascensore da prendere. «Ma era pieno di allenatori italiani maschi che non mi fecero entrare. Dovetti fare otto piani di corsa e capii subito che avrei dovuto vincere anche per quello». Federica Pellegrini, la Divina, tra passato e futuro.

Federica Pellegrini sale sul palco del Teatro Eden di Viareggio per la Milanesiana, il «Festival indisciplinato» ideato e diretto da Elisabetta Sgarbi

Com’è stato possibile?

«Bisognerebbe chiederlo a chi in quell’ascensore c’era. Però a me è servito molto, è stato un campanello importante: mi ha dato la spinta giusta al momento giusto».

Se ci fosse stato un atleta maschio, al posto suo, l’avrebbero fatto entrare?

«Questo non lo so, ma penso che sarebbe andata diversamente».

Ha scritto: «Io non sarei mai diventata Federica Pellegrini senza la mia famiglia».

«La fortuna di un atleta professionista di alto livello la fa sempre la famiglia. Quando ho cominciato i doppi allenamenti, al primo anno delle superiori, era mia mamma che si alzava alle 5 per prepararmi la colazione e portarmi in piscina, venirmi a prendere, accompagnarmi a scuola…».

È diventata più gentile con sé stessa?

«Lo sono già da qualche anno. Ho sempre avuto una stima pazzesca per mio padre, ex parà della Folgore. Volevo fargli vedere che avevo la sua forza e quindi cercavo di non far trapelare nessuna delle mie debolezze di ragazza. Questo, piano piano, è diventato controproducente».

Le piacerebbe, un giorno, prendere il posto di Malagò alla presidenza del Coni?

«Giovanni non ha una vita! È bravissimo in quello che fa, ha una passione folle per il mondo dello sport e ha giornate pienissime dalle 8 del mattino fino alle dieci di sera. Io sarei a disagio a dover scegliere tra la mia famiglia e il lavoro e poi non sono così preparata. In futuro chissà».

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