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Il Contrordine: niente ritiro, dopo le cene terapeutiche i giocatori del Napoli torneranno a casa

Dopo 24 ore, il Napoli ha pensato bene che sarebbe stata un’inutile forzatura trattenere i calciatori in albergo

Il Contrordine: niente ritiro, dopo le cene terapeutiche i giocatori del Napoli torneranno a casa
L'Armata Brancaleone

Niente più ritiro. Le cene terapeutiche sostituiscono la convivenza forzata che ieri aveva annunciato il Napoli, rafforzata dall’avallo di Spalletti.

I giocatori si alleneranno e poi si incontreranno a cena, per discutere di quello che funziona e di quello che non funziona, risolvere eventuali incomprensioni, ma poi ognuno farà ritorno a casa sua, dormirà in famiglia.

Il Napoli pone l’accento sul fatto che si tratti di una scelta condivisa dalla società, dalla direzione sportiva, dall’allenatore e dallo staff. La cosa più importante da fare in questo momento è integrare l’abituale allenamento con altri momenti che possano compattare il gruppo e aiutarlo ad uscire da una crisi più che evidente.

Resta sullo sfondo il problema dell’indisponibilità di alberghi in cui riunirsi e i racconti coloriti dei quotidiani sul modo in cui la squadra ha recepito l’imposizione del ritiro, ieri sera, dopo la sconfitta con l’Empoli, dalla contrarietà dei “senatori”, ai calci e pugni agli armadietti volati negli spogliatoi all’ingresso del vice presidente.

Stavolta il Napoli, a differenza di due anni fa, sceglie la via della condivisione. Il momento è troppo delicato per imporre qualcosa ad un gruppo che ieri ha evidentemente perso la testa.

 

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