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Hu: «Il coming out non serve solo per farsi accettare, ma per accettarsi. A scuola mi bullizzavano»

La cantautrice si racconta al Corsera: «L’ultimo anno di scuola non volevo salire sull’autobus perché mi prendevano in giro. Avevo due amiche che non mi frequentavano più»

Hu: «Il coming out non serve solo per farsi accettare, ma per accettarsi. A scuola mi bullizzavano»

Il Corriere della Sera riporta oggi una lunga intervista a Federica Ferracuti, in arte Hu, la 27enne marchigiana, una delle voci-rivelazione dell’ultimo Sanremo, dove è stata in gara insieme a Highsnob. A breve esce “Numeri primi”, il suo album di esordio.

Sanermo è stata una meravigliosa avventura, racconta, anche se aveva paura

«La prima sera non credevo che sarei stata in grado di scendere le scale. Ho pensato a tutti i drammi possibili: ora cado, mi cade il microfono, stono. Invece è andata bene e me la sono anche goduta»

Hu non ha paura di parlare del suo essere omosessuale e non ha neanche paura di affrontare temi come l’amore

«Sono dichiaratamente omosessuale, quindi non mi sono mai fatta problemi. Poi è una scelta che non si può imporre, tanti artisti non vogliono esporsi e lo capisco, ma per me essere artisti vuol dire anche lanciare dei messaggi che facciano del bene. La musica non è solo intrattenimento, dentro c’è qualcosa che resta, e io ho deciso di espormi per le cose in cui credo e che magari mi sono mancate».

Ha fatto coming out quasi dieci anni fa, in n periodo completamente diverso da oggi e racconta che “ci ha messo tempo ad eccettarsi”

«Il mondo non era friendly e open come sem-bra ora, anche se a volte credo ci sia un’apertura di apparenza. Ma il coming out è ancora importante perché non è solo dirlo fuori, è anche dirlo a te, accettarti, rispettarti. Nei ragazzi la leggerezza è giusta, ma tante situazioni andrebbero spiegate a scuola».

Ci sono stati momenti difficili in cui Hu si è dovuta fare forza da sola

«L’ultimo anno di scuola non volevo salire sull’autobus perché mi prendevano in giro. Sembrava quasi che fossi pericolosa. Avevo due amiche: una non mi invitava più a casa perché la mamma temeva che tentassi degli approcci con sua figlia. L’altra veniva da una famiglia di CL, per cui ero proprio sbagliata, non dovevo neanche esistere».

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