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«Tre nazionali di Italia ’90 hanno avuto esperienze sessuali trasversali ma definirli gay è esagerato»

Un misterioso azzurro racconta i segreti di spogliatoio in un libro: «In albergo arrivava qualche telefonata imbarazzante, ma il personale la gestiva con discrezione»

«Tre nazionali di Italia ’90 hanno avuto esperienze sessuali trasversali ma definirli gay è esagerato»
1990 archivio Storico Image Sport / Italia / esultanza a fine gara Italia / foto Imago/Image Sport

All’Helio Cabala arriva qualche telefonata imbarazzante, gestita con discrezione del personale, ma ricordando il 1982 (le allusioni su Rossi e Cabrini erano uno scherzo, sia pure di cattivo gusto), nessun giornalista osa scriverne»

Su Il Foglio Sportivo “L’Italia del ’90 – Storia segreta del nostro mondiale”, il libro in cui uno dei 22 azzurri convocati da Azeglio Vicini nella Nazionale italiana per il Mondiale 1990, racconta quell’esperienza e tanti segreti dello spogliatoio a distanza di 31 anni. Ma mantenendo l’anonimato. Secondo il quotidiano, da qualche indizio sparso nel volume sembrerebbe essere un calciatore dell’Inter. Tra i temi toccati, anche quello dell’omosessualità.

«E’ un tabù e tale rimarrà per sempre. Tre di noi hanno fatto incursioni in tutti i campi, prima di adeguarsi all’immagine e all’immaginario del calciatore, ma definirli (o definirci, chi lo sa) gay è esagerato. All’Helio Cabala arriva qualche telefonata imbarazzante, gestita con discrezione del personale, ma ricordando il 1982 (le allusioni su Rossi e Cabrini erano uno scherzo, sia pure di cattivo gusto), nessun giornalista osa scriverne».

Nel libro l’azzurro misterioso racconta che nessun compagno di Nazionale aveva un rapporto profondo con Baggio. Il Foglio, nel raccontarlo, scrive:

“Con Roberto Baggio nessun compagno ha un rapporto che vada oltre la superficie, non prende mai una posizione chiara e avrebbe potuto rinunciare a un po’ di soldi per rimanere in maglia viola. Franco Baresi non lo considera un fuoriclasse, uno per cui i compagni dovrebbero sacrificarsi in campo”.

C’è spazio anche per Vialli.

“Non è proprio in forma. È nervoso, non sta bene fisicamente e i medici della Nazionale lo fanno passare per un malato immaginario. Ha una stanza d’albergo prenotata, dove si fa massaggiare da Sergio Viganò, suo sodale a Genova. Picchio De Sisti dice al suo capo Azeglio Vicini che la storia, vera o ingigantita che sia, con la Parietti deve finire. Ma Azeglio tratta i suoi uomini da adulti che nel tempo libero possono fare ciò che vogliono”.

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