“Non è nemmeno sport-washing, ma una corsa agli armamenti. Li usa per riscrivere la storia di una nazione agli occhi del mondo”
Non è passata inosservata l’operazione di smacchiamento d’immagine che l’Arabia Saudita ha intrapreso quest’anno usando il calcio a scopi politico-strategici. Ma il Telegraph oggi torna sulla questione sottolineando che mentre il mondo si concentra sull’acquisizione del Newcastle pare aver dimenticato che in verità i sauditi hanno comprato e usano anche i “servigi” di Leo Messi.
I due “asset” sono complementari, scrive il Telegraph: assolvono allo stesso scopo in modi diversi.
“Lionel Messi ha concordato un lucroso accordo con il programma Riyadh Season, l’ultimo investimento chiave multimiliardario nel volto mutevole di un paese che cerca disperatamente di diversificare la propria economia come parte degli sforzi del principe ereditario Mohammad Bin Salman. E con il Newcastle ha un ruolo nel tentativo di convincerci che l’Arabia Saudita non è poi così male”.
Con Messi e una squadra di Premier “non è una semplice operazione di sport-washing, ma una corsa agli armamenti per trovare il modo più rapido per riscrivere la storia di una nazione”.
In Arabia Saudita Messi è il volto che dai cartelloni pubblicitari sulle autostrade del deserto è una delle icone “rinascimento” di Riyadh, un super-evento culturale e artistico organizzato dalla General Entertainment Authority (GEA) del governo, scrive ancora il quotidiano inglese. “Con Messi compri l’eccellenza: un catalogo di gol mozzafiato, dramma, trionfo, disperazione e ancora trionfo. Un calciatore che offre zero in termini di dichiarazioni politiche, anche quando i leader della Catalogna, erano in esilio o erano imprigionati dal governo spagnolo. In effetti, si potrebbe dire che allinearsi con l’Arabia Saudita è il primo atto politico serio di Messi, e chissà dove potrebbe portarlo”.
“In Messi, il governo saudita ha un franchising già pronto di livello premium con cui veicolare il suo messaggio. Mentre la GEA gestisce Messi, il Fondo per gli investimenti pubblici (PIF) ha acquisito il Newcastle per un diverso tipo di esercizio di pubbliche relazioni. A differenza della brillantezza senza sforzo di Messi, il marchio Newcastle promette qualcosa di diverso: la prospettiva del dolore lungo la strada, forse anche l’umiliazione occasionale”.
“Il Newcastle serve a garantire un po’ di pericolo. In tal modo, offre al marchio saudita la possibilità di attingere all’emozione del gioco inglese e conferire così a uno Stato isolato e segreto una certa personalità agli occhi di un pubblico occidentale”.