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Vorrei urlare ‘salutate la capolista!’ ma un tifoso napoletano al Nord deve tenersi tutto dentro 

E’ presto e troppe volte siamo andati vicino all’obiettivo e non l’abbiamo acciuffato. Dura la vita del tifoso lontano dalle pendici del Vesuvio 

Vorrei urlare ‘salutate la capolista!’ ma un tifoso napoletano al Nord deve tenersi tutto dentro 

Salutate la capolista!!!”. Si siamo primi, dopo sole quattro giornate il Napoli si trova già in testa al campionato di Serie A.

Qui al Nord lo vorresti urlare, lo vorresti gridare a tutti in una terra che pullula di milanisti, interisti e soprattutto juventini. Vorrei aprire e chiudere una parentesi sugli juventini. Gli juventini, qui a Venezia, si nascondono. Non li senti e non li vedi più. Certo dev’essere umiliante trovarsi in quella posizione di classifica con sotto solamente Cagliari e Salernitana. E’ molto facile fare i forti quando si é forti e sparire quando si é deboli.

Tornando a noi (perché é a noi che dobbiamo pensare e non al +10 sui bianconeri), dicevo, vorresti far notare a tutti che sei primo perché troppe volte hai subito le vittorie altrui. Eppure hai quel senso di negatività che ti pervade. Troppe volte sei andato vicino all’obiettivo ma non l’hai mai acciuffato. Volete degli esempi? Beh ne ho molti: la sconfitta con l’Udinese al San Paolo con la rete di Inler che spense le speranze di primo posto in epoca Mazzarri, la rete di Zaza a Torino che vide il sorpasso bianconero sugli azzurri e come dimenticare lo scudetto perso all’albergo fiorentino. Quando arrivi nel momento decisivo cedi e allora io aspetto e ci vado ormai con i piedi di piombo.

Siamo primi, ieri alla Dacia Arena (ero presente) é stato uno spettacolo. L’ex Friuli é sempre accogliente sotto tutti i punti di vista. E’ la quarta volta che ci venivo. Ho assistito in ordine a: Udinese-Napoli 0-5 con l’esplosione del Pocho, un anonimo Udinese-Napoli 0-0, Udinese-Napoli 0-3 con l’illusione di vivere un grande Napoli ancelottiano e la partita di ieri che non ha avuto storia: 0-4 e a casa. Io e mio cognato eravamo nel settore ospiti. Siamo entrati nel giro di 2 minuti, come sempre, con un’organizzazione che sinceramente altri stadi si sognano. Remore delle multe prese allo “Stadio Maradona” ci sediamo nei nostri posti indicati sui biglietti. A mezz’ora dall’inizio del match arrivano gli Ultras, la Curva A, e ovviamente sui nostri posti si accomodano le loro scarpe. Sembra essere questo il prezzo da pagare per avere una curva calorosa ma questo é un altro discorso che affronta e affronterà chi frequenta lo Stadio di Fuorigrotta.

La partita é un monologo e non ha nemmeno senso rimarcare la differenza tra le due squadre. Noi cantiamo e festeggiamo, ci sentiamo in casa e, fondamentalmente lo siamo perché gli udinesi si sentono poco, ed infatti il coro “siete ospiti” lo sento mio e lo grido. Fine primo tempo e rifornimento di birre e canne per gli ultras mentre noi ci rilassiamo e sediamo. Nella ripresa riprendo live il gol di Koulibaly, esulto e son contento. Osservo da lontano mister Spalletti che conobbi all’età di 9 anni quando allenava il Venezia. Lo adoravo prima e lo idolatro adesso. Vinciamo e festeggiamo assieme agli ultras, ai calciatori e ai tifosi. Sono contento ma per me Udinese-Napoli si chiude la. Ho una sorta di rispetto interiore per chi mi ha ospitato così bene e mi ha fatto divertire. L’irriverenza non fa parte del mio carattere.

Parlo con gli steward, due bravi ragazzi udinesi che ammettono la nostra superiorità e devono giustificare un’assurda disposizione di farci stare dentro per un’altra ora. Usciamo, prendiamo la macchina e torniamo a Venezia. Niente traffico, niente calca, trasferta perfetta. Siamo primi, l’euforia non é terminata per noi e dopo un’ora di viaggio do un bacio a mio figlio Diego e vado a letto. Col sorriso sulle labbra, rifletto sulla trasferta, su quello che é successo sul campo e su quello che é successo sugli spalti. E’ per me la trasferta più bella perché quella meno stressante. Posso tifare e basta senza innervosirmi per file chilometriche o partita vista e non vista. Tutto é stato perfetto. Come é perfetto il Napoli ad oggi. Lì primo da solo e mentre mi addormento, nella mia testa canto “Salutate la Capolista” ma da domani dovrò mantenere la calma e mantenere un low profile. Dura la vita del tifoso napoletano lontano dalle pendici del Vesuvio. Egli deve tenersi tutto dentro, non può esternare la gioia, la vive interiormente. E’ presto e oggi già potremmo perdere la leadership ai danni dell’Inter quindi calma e sangue freddo. Da nordico ho imparato a saper rallentare e ponderare le emozioni. Che sia questo un pregio o un difetto non lo so.

Alessio D’Aco

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