ilNapolista

Romagnoli: la Carrà ha passato la vita a dimostrare al padre, sparito quando era piccola, cosa si era perso

Su Repubblica. Accettò qualsiasi sfida, purché dignitosa. Non ebbe indulgenza per i peccati pubblici. Si teneva lontana con repulsione dal ventre molliccio di questo Paese 

Romagnoli: la Carrà ha passato la vita a dimostrare al padre, sparito quando era piccola, cosa si era perso

Suo padre sparì da casa quando lei aveva un anno e mezzo. Ha passato gli altri settantasei e mezzo a dimostrargli (anche quando non c’era più) che cosa si era perso”.

Su Repubblica, Gabriele Romagnoli dedica un bellissimo ricordo a Raffaella Carrà, scomparsa ieri a causa di una malattia su cui aveva mantenuto il riserbo, come su tutto ciò che ha riguardato la sua vita privata.

“Raffaella non affondava mai”.

Ha cambiato il costume in Italia.

“Si accorse che un centimetro di pelle in più mostrato a quella platea poteva spostare il baricentro di una morale legata alle pietre e alla loro età. A far l’amore cominciò lei, gli altri uscirono a occhi sgranati da camerette adolescenziali: “Cos’è tutto questo rumore?”. È energia. Pensava che dio fosse questo: un passaggio di energia. Provava a trasferirla agli altri, come un regalo che va poi ricambiato a terzi”.

Accettò qualunque sfida purché le apparisse dignitosa. Quand’era troppo, scartava di lato, prendeva un aereo e per quattro anni la sentivi come un’eco dal Sudamerica. Poi tornava, si prendeva il triangolo delle Bermuda dei palinsesti e lo trasformava in trionfo contando fagioli. Era andata via perché non le firmavano mai il contratto per un talk in seconda serata. Il suo desiderio irrealizzato era un programma del pomeriggio in cui sedeva accanto un professore di diritto e si faceva spiegare ogni volta un articolo della costituzione, interrogandolo, lei: Maga Maghella”.

Ora, scrive Romagnoli,

se ne faccia pure una leggenda italiana, ma si teneva lontana con repulsione dal ventre molliccio di questo Paese“.

Non ebbe indulgenza per i peccati della vita pubblica. Detestò l’illegalità diffusa e compiaciuta, il pressapochismo, il clientelismo, il traffico. Non usciva quasi mai”.

Non c’è una sua foto fuori dal palcoscenico.

“Prima e dopo rientrava nella persona, nella sua timidezza, nel sospetto di inadeguatezza che attanaglia chiunque abbia un senso, abbia avuto una vita piena, sfiorato la vera grandezza, riconosciuto in sé il dono una dose di talento, ma non la grazia del genio. Cose che inducono a non piacersi abbastanza, finendo per nascondersi, come regola, dove si è più in vista, dove tutti ti guardano e nessuno ti vede. Musica, maestro”.

Ha avuto tre grandi amori e un marito, nessun figlio. Le mancava il fratello, morto all’improvviso a 55 anni.

“Da giovani si ritrovavano, dopo notti separate, al bar della nonna, alle quattro del mattino, a mangiare lasagne verdi. Aveva appeso alla parete una foto di lui ragazzo e considerava la sua fine inaccettabile“.

 

ilnapolista © riproduzione riservata