Dalla Lega i sette hanno ottenuto tutto ciò che volevano. La colpa del presidente della Lega è stata schierarsi con la Figc contro l’adeguamento del quorum alle direttive del Coni
Sul Corriere dello Sport Ivan Zazzaroni commenta la mossa dei sette club (tra cui Napoli e Juventus) che ieri hanno contestato al presidente Dal Pino la sua cattiva gestione della Lega Serie A, chiedendone le dimissioni.
“Premesso che dalla Lega i sette hanno appena ottenuto, grazie all’ad De Siervo, tutto quello che desideravano – la rinuncia all’ingresso dei fondi di investimento e a una nuova governance, l’assegnazione dei diritti delle partite a Dazn e la soppressione dell’agognato (un tempo) canale -, l’aspetto assurdo della vicenda è che in qualità di presidente Dal Pino non ha alcun potere decisionale: può soltanto convocare le assemblee. Cosa che ha puntualmente fatto, oltretutto invitando alle sedute decisive un notaio a garanzia della correttezza del suo operato. Cos’ha combinato allora per far incazzare sette samurai, alcuni dei quali sono (erano) suoi amici di vecchia data?”.
Il vero obiettivo dei sette, scrive, è Gravina, che nel consiglio di martedì si è schierato contro la litigiosità della Lega, invitandola ad adeguarsi alle direttive del Coni sul quorum delle delibere. A Gravina si è associato Dal Puno.
“Il vero bersaglio dei sette non è Dal Pino, bensì Gravina, il destabilizzatore del potere autocostituitosi in via Rosellini”.
Proprio Gravina che, continua Zazzaroni, ha fatto ripartire il calcio italiano e da poco ha ottenuto anche la riapertura parziale degli stadi per l’Europeo. E che tra l’altro ha consentito a club in difficoltà, come l’Inter, di ritardare il pagamento degli stipendi.
“La sensazione è che l’alleanza Gravina-Dal Pino sottintenda un ritorno alla legalità che a qualcuno disturba non poco”.