Al Fatto quotidiano: “le quote rosa sono la costruzione ipocrita di un cartello organizzato per selezionare le favorite dei maschi”
Il Fatto quotidiano, con Antonello Caporale, intervista la storica e giornalista Lucetta Scaraffia sul tema: perché i leader delle formazioni di destra sono spesso donne? E perché a sinistra non ci sono personalità finora in grado di tener loro testa?
“I governi europei sono stati per anni nell’alveo del centrosinistra presidiato da un establishment a forte caratura maschile. Dunque le donne sono sbocciate all’opposizione, dove il potere costituito era più debole e la concorrenza più scarsa. L’antesignana è senza dubbio Margaret Thatcher che conquista la leadership dei conservatori inglesi quando il partito è ridotto al lumicino, senza più energia e futuro. Negli anni, in Italia, Francia, nei Paesi del Nord, le conquiste femminili hanno vissuto di luce propria. Ha fatto carriera chi ha dimostrato capacità, sostanza politica. E poi le donne di destra hanno avuto la fortuna di non soggiacere al principio delle quote rosa che è la costruzione ipocrita di un cartello organizzato spesso per selezionare le favorite dei maschi”.
Delle quote rosa dice:
Un tot di donne, magari brave, altre magari amiche, altre ancora magari fidanzate. Un tot, una modalità di gestire il potere consociando spesso il genere femminile ma al livello più basso.
Però – osserva Caporale – le donne del Pd non si sono ribellate.
È questo il problema. Non hanno ribaltato il tavolo, non hanno protestato. La condizione femminile vive anche delle diversità delle aspirazioni, delle ambizioni, delle scelte di carriera di ciascuna. In politica conta questo fatto più ancora del riconoscimento del proprio ruolo. Giorgia Meloni si è affermata grazie all’assenza di queste concessioni benché dentro un partito schiettamente maschilista e paternalista. Ha potuto vincere la sfida in ragione delle qualità proprie non certo comparabili con quelle dei suoi compagni di viaggio.