“Il Real Madrid non è schiavo della narrazione della partita come il Barça, né di alcuna narrazione politica. Persino Cristiano faceva… le ‘corse demagogiche'”

“Non dirlo più. Quella parola ha fatto molti danni al Madrid”. Il primo galattico del Real Madrid è stato l’uomo che più odiava la parola “galactico”: Alfredo Di Stéfano. “Nessun giocatore è migliore di tutti gli altri insieme”. Proprio il giocatore che in sé riassumeva tutto: gol e sudore, talento e lavoro. E allora El Mundo racconta l’altra faccia del folklore mediatico: il Real operaio, gli anti-galacticos. Insomma un ossimore che rende il Madrid quella macchina vincente che è. La “dualità”.
A Madrid, come un po’, ovunque li amano. Oggi si chiamano Rüdiger, Nacho e, ovviamente, Lunin. “Questa è la loro Champions League, la Champions League antigalattica”, scrive El Mundo. Che rimette indietro l’orologio della storia: “Nei momenti critici, persino Cristiano ha provato a riconquistare gli applausi con quelle che il compianto David Gistau ha definito ‘corse demagogiche‘”.
“Gli spalti possono essere condiscendenti verso il calciatore che porta il sudore fino alla soglia della disidratazione, anche se la sua qualità non ammette preziosismi, perché il sudore è la materia di cui è fatto l’impegno. Non tutti riescono a unire le due cose, non tutti sono Di Stéfano, Pirri, Camacho, Sergio Ramos, Carvajal o Modric. Rüdiger non ha il talento calcistico di nessuno di loro, ma è già diventato uno dei giocatori più amati, perché la sua personalità e la sua dedizione si collegano alla condizione razziale che fa parte dell’idiosincrasia del Real Madrid. La marcatura efficace dell’orco Haaland nei duelli con il City è stata una sorta di battesimo, lo ha reso ‘uno dei nostri’.
Insomma, ai tifosi dei Galacticos e “mantengono un implicito senso di giustizia che li porta a premiare l’impegno di antidivi come Lunin, Lucas Vázquez o Nacho. Una benedizione per Ancelotti come prima per Zidane, che ha utilizzato un’unità B per vincere campionato e Champions League nel 2017”.
“L’esercizio difensivo estremo effettuato all’Etihad è una sublimazione di quello sforzo e per questo motivo si apprezza, nonostante il Real Madrid sia una squadra offensiva, di vertigine, senza provocare alcun dibattito estetico. Il Real Madrid non è schiavo della narrativa della partita, come il Barça, né di alcuna narrativa politica. L’unica che ha è la vittoria, e questo giustifica sia il peso delle rimonte che delle resistenze, per le quali è necessaria la stessa mentalità. È il Machiavelli del calcio”.
Ci sono sempre stati dei grandi “faticatori” nei Real più vincenti della storia: José María Zárraga, Di Stéfano lo ha sempre voluto al suo fianco. O Pirri e De Felipe. O Mariano García Remón, Rafael García Cortés, Ángel Pérez García e Antonio García Navajas, e Francisco García Hernández. Gli anti-galacticos. Gli eroi del Real operaio.