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Paula, insultata e minacciata per non aver rispettato il minuto di silenzio per Maradona

A Repubblica parla la calciatrice Dapena «Non si può dividere il calciatore dall’uomo e Maradona non può essere considerato un idolo dai bambini»

Paula, insultata e minacciata per non aver rispettato il minuto di silenzio per Maradona

A Repubblica parla Paula Dapena, giocatrice del Viajes Interrias che, prima dell’amichevole col Deportivo La Coruña, non aveva voluto ripsettare il minuto di silenzio in onore della morte di Maradona, dicendo

“Non rispetto il minuto di silenzio per Maradona: era un violentatore”

Il suo caso è diventato virale, così come la sua foto e da giorni Paula riceve tantissimi insulti e minacce social per questo suo comportamento

«Non ho chiesto di essere imitata, ma solo rispettata. Non ho fatto altro che sedermi e girarmi, permettendo alle altre di rendere omaggio a Maradona se era ciò che volevano».

La sua era una scelta personale, si è trasformata in una battaglia per i diritti delle donne, anche se anche le donne spesso non l’hanno apprezzata

«Mi hanno scritto che se vivessi in Argentina sarei già morta»

Ma Paula lo rifarebbe ancora e ancora, soprattuto dopo aver ricevuto il sostegno di tante persone che le sono state vicino e le hanno offerto solidarietà. 

Paula rimarca la sua scelta, soprattuto perché Maradona non può essere considero a suo avviso come due entità separate, l’uomo e il calciatore

«Credo che la persona sia una sola. Quello che fai dentro il campo ha ripercussioni fuori e viceversa. Alcuni comportamenti di Maradona sono imperdonabili e credo che non dovrebbe essere considerato un idolo dai bambini».

 

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