È secondo in classifica: «A differenza di Napoli, all’Everton ha avuto carta bianca sul mercato. A Napoli avrebbe voluto portare James Rodriguez e Ibrahimovic»

Libero dedica l’apertura dello sport a Carlo Ancelotti e alle imprese del suo Everton che dopo 15 giornate è secondo in classifica.
Scrive il quotidiano che Ancelotti è stato
dato troppo frettolosamente per bollito in Italia dopo la fine dell’avventura al timone del Napoli. E invece risorto Oltremanica, dove è tornato ai fasti del passato. Quando veniva considerato il miglior allenatore al mondo. A distanza di un anno qualcuno all’ombra del Vesuvio magari avrà cambiato idea.
Libero ricorda che Ancelotti ha portato con sé all’Everton James Rodriguez “che proprio Carlo voleva a Napoli”.
Sottolinea anche che Ancelotti avrebbe portato Ibrahimovic a Napoli (qui il Napolista raccontò chi non volle Zlatan a Napoli):
al San Paolo Ancelotti voleva portare anche Zlatan Ibrahimovic, artefice principale della rinascita del suo Milan. Acqua passata. Anche se non può essere un caso che i destini del Diavolo e di Carletto viaggino ancora in parallelo.
Il giornale scrive che, a differenza di quanto accaduto a Napoi, all’Everton Ancelotti ha avuto carta bianca sul mercato.
Forse era l’organico allestito dalla società azzurra a non essere all’altezza della grandeur ancelottiana e non viceversa. Anche perché nel Merseyside ha avuto carta bianca sul mercato
Scrive
Ancelotti – scrive il quotidiano di Feltri – sta andando oltre le aspettative:
l’obiettivo dei Toffees a inizio stagione era quello di lottare per un posto in Europa League e provare a tornare nelle competizioni internazionali nel giro di due-tre anni.
Carlo “the Magnifico” con l’Everton pare aver trovato l’elisir di giovinezza, la ricetta per costruire squadre vincenti la sapeva già a memoria, serviva solamente capitare in un ambiente che gli desse, ancora una volta, piena fiducia.