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Il triste ritorno dei tifosi inglesi allo stadio: canti a bassa voce, birra solo seduti, e bagni chiusi

Lo stadio che ritroveranno i 2.000 tifosi ammessi alle partite dal vivo nelle zone di “livello 2” non è più quello di prima. A cominciare dall’alcol a stomaco vuoto

Sono pochi, e dovranno muoversi in un nuovo mondo fatto di limitazioni e restrizioni. Lo stadio non è più quello di prima per i 2.000 tifosi che potranno vedere una partita dal vivo nelle zone di “livello 2”, quelle col pubblico consentito.

Cambiano proprio le tradizioni. La birra, tanto per cominciare: cade il limite del consumo di alcolici legato all’ordinazione di qualcosa da mangiare (una regola in vigore dal 1985, che voleva semplicemente evitare che si consumasse alcol sugli spalti), potranno bere a stomaco vuoto. Ma dovranno farlo da seduti, ordinati e distanziati. I bar e i chioschi saranno chiusi, in molti stadi sarà previsto un sistema di ordinazione “al tavolo”.  Questo potrebbe non essere un problema negli impianti moderni come il Tottenham Hotspur Stadium o l’Emirates Stadium dell’Arsenal. Ma negli stadi più vecchi, con capacità minori, ci potrebbero essere difficoltà a soddisfare le nuove normative.

In ogni caso gli ultimi ordini saranno presi alle 22, e chiudere alle 23, come nei pub al di fuori. E poi – come scrive il Daily Mail – i tifosi che vogliono una pinta di birra devono affrontare un altro problema: i servizi igienici potrebbero essere chiusi. Secondo il Telegraph, un codice di condotta inviato ai tifosi avverte: “Alcuni servizi del terreno, come servizi igienici, punti vendita di cibo e bevande, potrebbero non essere in funzione o potrebbero funzionare a capacità ridotta”.

Ai tifosi inoltre è stato anche detto di tifare il meno possibile, e di non gridare troppo, per limitare la diffusione del droplet e del virus. Le linee guida del governo avvertono: “Se si prevede che si canti, agli spettatori vanno ricordati i rischi. L’effetto cumulativo della trasmissione di aerosol significa che più persone sono coinvolte, maggiore è il rischio di trasmissione”.

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