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Il Guardian: Gomez potrebbe far crollare la leggenda del collettivo Atalanta

Nicky Bandini si chiede se il principio per cui la squadra vale più degli individui funzioni anche per il Papu

Il Guardian: Gomez potrebbe far crollare la leggenda del collettivo Atalanta

“Quando ero piccolo, ho sempre voluto giocare per un grande club. Poi ho capito che potevo fare grande l’Atalanta, insieme ai miei compagni”, diceva il Papu Gomez ad aprile.

Gli eventi dello scorso anno, con la pandemia di coronavirus che ha colpito duramente Bergamo, sembravano solo aver rafforzato i legami tra Gómez e la città. In quella stessa intervista, parlava dell’apertura di una scuola calcio lì quando si ritirerà e di aver rifiutato un trasferimento molto redditizio in Arabia Saudita a settembre.

Nicky Bandini si chiede sul Guardian: “Come è possibile che legami così forti si sciolgano così rapidamente?”. Tutto per una semplice lite con Gasperini sulla sua disposizione in campo?

L’editorialista del Guardian, soprattutto, si chiede se questa rottura tra il suo giocatore più rappresentativo e il tecnico del “miracolo collettivo” non sia il segno di una crepa nell’idea che tutti ci eravamo fatti dell’Atalanta:

“L’Atalanta non batte la Juventus dal 1989, ma questo è il terzo pareggio consecutivo, a testimonianza di quanto sia stato difficile battere Gasperini. Quanto di questo dipende dall’allenatore e quanto dai giocatori? L’Atalanta vive a lungo dell’ideale che il collettivo valga più di ogni individuo. Hanno fatto un lavoro impressionante nel tenere insieme la squadra della scorsa stagione quest’estate, vendendo solo giocatori marginali, ma nel recente passato hanno permesso a molti titolari di talento di partire, da Franck Kessié a Roberto Gagliardini e Gianluca Mancini. La squadra ne è sempre uscita più forte. Ma lo stesso può essere vero con un giocatore come Gómez? I suoi assist, i gol e il gioco di collegamento saranno abbastanza difficili da sostituire, per non considerare elementi meno quantificabili come la sua leadership. Il suo sorriso e il suo stile gioioso sono stati una componente determinante nell’identità di una squadra che ha sfidato la gravità”.

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