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Chi ha insegnato al 12enne che ha minacciato Zaha che i neri sono stronzi? Si arrestasse la sua famiglia

Libero si scaglia contro la solerzia della polizia e dei due club coinvolti, Aston Villa e Crystal Palace nel condannare l’episodio di razzismo ma sottolinea anche come nessuno si sia posto il problema che si trattasse di un bambino    

Chi ha insegnato al 12enne che ha minacciato Zaha che i neri sono stronzi? Si arrestasse la sua famiglia

Libero commenta l’arresto di un tifoso 12enne dell’Aston Villa per aver rivolto offese e minacce razziste all’attaccante del Crystal Palace Wilfried Zaha.

L’individuazione del responsabile è stata estremamente solerte, e le parole di condanna da parte del club e della polizia decisamente forti. Ma nessuno che si sia preso la briga di andare a cercare chi ha insegnato a questo bambino a essere razzista.

Gli insulti razzisti a giocatori di colore, scrive il quotidiano, non sono una novità. Ma è una novità

“l’età del minaccioso razzista: 12 anni. E lo è anche il fatto che sia stato non solo rapidamente identificato, ma anche arrestato. E lo è anche che, come se nessuno si fosse accorto dell’anagrafe del reo, nessuno si sia posto un’ovvia domanda: 12 anni? Ma dove vive questo bambino? Perché di bambino si tratta, e in quanto tale molto facilmente non sa quel che dice, e altrettanto probabilmente copia da qualcun altro”.

Invece nulla. La polizia delle West Midlands ha annunciato su Twitter l’arresto del dodicenne scrivendo: «Nessun razzismo sarà tollerato». E ringraziando chi ha collaborato alla sua cattura. E il manager del Crystal Palace ha dichiarato: «Per questo deprecabile individuo non ci sono scuse». L’Aston Villa ha perfino fatto sapere che squalificherà a vita il bambino.

“E non una parola per chiedersi chi avrà guidato la sua manina. Sarebbe bastato contare fino a dieci e un paio dubbi sarebbero venuti: chi ha convinto il preadolescente che i neri sono “stronzi”? Non sarebbe il caso di cercare e mettere ai ceppi costoro, tipo i genitori, i cugini, la nonna, chiunque gli fosse vicino, o i parenti di qualche amichetto dominante, purché almeno maggiorenni? O ancora, non sarà che qualcuno ha usato il dodicenne come scudo umano, e quelle parole non sono proprio sue? Niente: solo un’inattesa efficienza della polizia inglese e ferme condanne da parte dei “giusti””.

Il quotidiano esprime una speranza.

Che i poliziotti vadano a ingabbiare quelli intorno al ragazzino, e a che a lui vengano impartite un’acconcia lavata di capo e qualche informazione sul colore della pelle. Per ora, tutto quello che i detective di serie b delle West Midlands hanno prodotto è un nuovo profilo di delinquente, quello in braghette corte”.

 

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