Al Messaggero: con la svalutazione dei cartellini, i club dovranno prevedere dei bonus o delle percentuali sulla rivendita in grado di compensare il rischio di perdita”
Se Mauro Icardi è il “paziente zero” del nuovo calciomercato al ribasso, la contrazione degli affari potrebbe mandare in crisi un fenomeno molto – troppo – italiano: la plusalenza salva-bilancio. Ne parla al Messaggero Raffaele Poli, cofondatore e responsabile dell’Osservatorio Cies.
Poli dice che “con la svalutazione dei cartellini, i club dovranno prevedere dei bonus o delle percentuali sulla rivendita in grado di compensare il rischio di perdita. Ma in assoluto converrebbe rimandare le cessioni dei giovanti talenti”.
Secondo l’esperto l’Italia è il Paese che utilizza di più la plusavalenza “per coprire i buchi di bilancio. Finché ci sono acquirenti, il meccanismo delle plusvalenze può andare avanti, ma nel momento in cui i movimenti diminuiranno, arriveranno le difficoltà”.
E’ uno dei tanti fronti economici che la Serie A si è trovata a combattere impreparata, altro che la “grande industria” che riparte per il bene del Paese. Col mercato striminzito che sarà condizionato dai debiti e da calendari fittissimi con stagioni che si susseguono senza pause, sarà complicato fare mercato anche solo per movimentare i conti.
Gli over 30 e i prossimi parametri zero, dice Poli, vivranno un’estate meno dinamica rispetto al passato: “C’è molta incertezza. Ad esempio Edinson Cavani ha giocato poco, ha 33 anni e lo stop della Ligue1 non gli ha permesso di dimostrare il suo valore nel finale di stagione. Quest’aspetto, inevitabilmente, inciderà sulle condizioni economiche del suo tesseramento”.
Discorso che però non dovrebbe valere i big: Kylian Mbappé, ad esempio, “non verrà svalutato. È giovane e ha un enorme potenziale, anche se non so chi oggi potrebbe spendere 250 milioni di euro per il suo cartellino. Non tanto per ragioni finanziarie, quanto per motivi etici e morali: sarebbe un clamoroso autogol”.