L’assessore al Welfare della Lombardia “Se noi non ci fossimo opposti con rigidità al governo, il Sud il 7 marzo non sarebbe stato chiuso. Stanno deformando la realtà”
“È da Milano che abbiamo salvato il Sud”. Parla così l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, Giulio Gallera, al quotidiano Libero in un’intervista in cui si parla delle accuse mosse alla sua persone e alla Regione Lombardia per aver sottovalutato prima e non aver saputo gestire poi l’emergenza coronavirus.
In pratica mi dice che il Sud l’avete salvato voi?
«Certo, assolutamente. Se noi non ci fossimo opposti con rigidità al governo, il Sud il 7 marzo non sarebbe stato chiuso. Invece abbiamo sbattuto i pugni sul tavolo chiedendo misure restrittive. Grazie a questo le altre Regioni ci hanno seguito e abbiamo ridotto il contagio. Ora tutto deve ripartire, ma nella garanzia della massima sicurezza sanitaria».
Gallera si difende spiegando che i ritardi non sono stati della Lombardia ma dell’Italia in generale e dell’Europa che non ha fatto nulla per evitare che le persone potessero arrivare dalla Cina e quindi trasmettere il Covid.
Dicono che il Sud ha risposto all’emergenza meglio del Nord
«Ma siamo alla totale deformazione della realtà. Non si può paragonare la Lombardia ad altre regioni dove non ci sono stati focolai come i nostri. Peraltro sembra che qualcuno abbia completamente perso la memoria. Possibile non ricordare che ai primi di marzo i sindaci e gli scienziati dicevano che le città non si dovevano fermare, che il Covid era un’influenza, che tutto si sarebbe risolto velocemente? Siamo stati gli unici a chiedere misure più incisive al governo. Se gli spostamenti in Italia sono stati sospesi il 7 marzo è perché l’abbiamo chiesto noi, esponendoci anche con i nostri scienziati e con una lettera accorata da parte dei nostri medici. Ricordate? “Qua la gente muore, non abbiamo tubi da mettere in gola ai pazienti”».