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La Lombardia verso la produzione autonoma di mascherine: “Tra 48 ore si può partire” 

Il CorSera intervista il rettore del Politecnico di Milano, impegnato nei test sui materiali che dovranno adoperare 12 aziende disposte a riconvertire la loro produzione. Un progetto diretto dalla Regione

La Lombardia verso la produzione autonoma di mascherine: “Tra 48 ore si può partire” 

In Lombardia le mascherine mancano e allora la Regione ha deciso di farsele da sola. Oggi, sul Corriere della Sera, c’è un’intervista a Ferruccio Resta, rettore del Politecnico di Milano che dovrà testare i materiali per la produzione delle mascherine. Produzione che sarà poi appannaggio delle imprese che, volontariamente, hanno deciso di riconvertire la loro produzione dirottandola verso quella di mascherine. Un progetto che si chiama Polimask, dall’abbinamento di Politecnico e mascherine.

“Tra 48 ore al massimo potrà essere prevista la produzione in base ai risultati dei nostri test. È questa almeno la scommessa. Bisogna tenere le dita incrociate. Il nostro compito è testare la sicurezza dei materiali con cui possono essere prodotti i dispositivi di protezione. Per permettere poi alle imprese di avviare in tempi record la produzione”.

Al momento, spiega il rettore, sono dodici le aziende coinvolte, segnalate dalla Regione, regista dell’operazione e i cui materiali sono in via di prova.

“Sono imprese che si occupano di produzione tessile, ma anche aziende che producono materiali per l’edilizia e per l’agricoltura, abbigliamento per medici e dentisti, ditte di filtri per l’aria”.

I materiali che il Politecnico sta testando sono 18.

“Dal cotone ai cosiddetti ‘tessuti non tessuti’ che di solito servono per coprire le piante, fare i teli di protezione per l’agricoltura, oppure produrre i camici per i dentisti. Poliestere. Polipropilene. Trame di plastiche varie. Lo scopo è capire quali fibre sono in grado di proteggere dal Covid-19. Per utilizzarle il prima possibile per produrre le mascherine”.

Per farlo, il Politecnico si avvale di due tipi di test, prove chimico-fisiche di permeabilità dei materiali e prove batteriologiche. I materiali che supereranno i test potranno essere utilizzati per la produzione di mascherine.

Ovviamente non si tratterà di mascherine certificate, spiega il rettore.

“Noi daremo un giudizio di conformità tecnica. Tempo per altro non c’è”.

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