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Lorenzo dice addio al motociclismo: “Mi ritiro, non ne valeva più la pena”

Dopo diciassette anni di carriera e cinque Mondiali vinti, tre dei quali in MotoGP il pilota maiorchino dice basta: “La vita non è solo una moto”

Lorenzo dice addio al motociclismo: “Mi ritiro, non ne valeva più la pena”

Un maiorchino che si arrende, di questi tempi è una notizia. Ma se si ritira un pentacampione lo è per forza. Jorge Lorenzo dà l’addio al motociclismo a 32 anni, dopo diciassette anni di carriera e cinque Mondiali vinti, tre dei quali in MotoGP. Lo ha annunciato commosso in una conferenza stampa alla vigilia del suo ultimo Gran Premio, che si correrà domenica a Valencia. Al termine della stagione più deludente della sua carriera, coincisa con il passaggio dalla Ducati alla Honda Repsol del campione del mondo Marquez.

Lorenzo si ritira un anno dopo Pedrosa quando gli mancava solo un podio per raggiungere Dani per completare il record in “tutte le classi”: 152. Davanti a loro solo Rossi (234) ed Agostini (159). Chiude con la MotoGP – per dare un significato tondo al suo numero di carena, il 99 – dopo essere stato al comando di 99 GP in top-class.

“Dopo Assen l’idea di ritirarmi è diventata una possibilità. Ma non volevo avere fretta nel prendere questa decisione. Ho aspettato i gp in Asia, volevo vedere se riuscivo a ritrovare le motivazioni giuste e il feeling con la moto. Ma questo non è avvenuto. Così dopo il GP in Malesia ho preso la decisione del ritiro e l’ho comunicata”.

”Quando mi sono fatto male questa stagione mi sono chiesto: ‘Ne vale la pena davvero?’. Tornavo a casa e continuavo a pensarci. La montagna mi sembrava davvero alta da scalare. Mi piace tantissimo questo sport, però a me piace vincere. Mi dispiace molto per Honda, specialmente per Alberto Puig, perché è stata la persona che mi ha dato l’opportunità di correre per HRC”.

“Sia Honda che io siamo vincitori e abbiamo sempre bisogno di lottare per vincere. Posso dire di essere molto fortunato, se parliamo della mia carriera. Grazie a tutti i team in cui ho corso, anche alla mia famiglia, al mio fan club e a tutti gli appassionati che mi hanno sempre appoggiato. Auguro loro tutto il meglio. Grazie a tutti”.

Evidentemente dopo una carriera nel segno delle fughe, più che dei duelli, sono stati fatali le diciotto gare nel 2019 con solo 25 punti, senza mai andare oltre l’undicesima posizione. Un brutto finale in una carriera ricchissima di momenti bellissimi.

“Il più bello forse in Malesia nel 2010, perchè ho ottenuto il titolo più importante per un pilota. Mi sentivo libero, soddisfatto. Altri momenti indimenticabili? La vittoria in Brasile, il primo e l’ultimo titolo, Valencia nel 2006”.

“La vita non è solo legata alle moto. Non ho ancora pensato molto a cosa fare, ho alcune idee ma non ho ancora pianificato nulla. Vorrei fare belle vacanze, lunghe, andrò al mare quest’estate poi prenderò decisione sul prossimo capitolo della mia vita”.

 

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