La scelta del tridente è stata una suggestione poi accantonata perché sarebbe sembrata un cenno di debolezza
Milan-Napoli non è una partita qualunque per Carlo Ancelotti. È “un pezzo di vita”, scrive Antonio Giordano sul Corriere dello Sport. Porta con sé le emozioni del passato ma anche le prospettive del futuro.
Cambierà qualcosa il tecnico, ma si scoprirà solo sul campo la dimensione del cambiamento.
I tridenti appartengono a un’epoca ormai distante, scrive:
“C’è stato un momento, dev’essere stata una tentazione, in cui è emersa la voglia di rimescolare, poi forse è sembrato anche un cenno di debolezza, avendo dinnanzi agli occhi l’immagine autorevole di un Napoli che varie volte, non tante però, ha rubato lo sguardo”.
La formula scelta dovrebbe essere il 4-4-1-1, poi si vedrà in corso di gara, a seconda dell’impatto
“che richiederanno le due fasi – quella attiva e quella passiva – e anche, chiaramente, alla capacità di decodificare una serata ‘diversa’, perché è chiaro che qualcosa di questi venti giorni è rimasto nella carne”.
La scelta per ripartire è quella di dare equilibrio al centrocampo
“a cui arriverà in sostegno la ferocia di Allan, la dolcezza nel palleggio di Elmas e la consistenza fisica e intellettiva di Fabian Ruiz e quel rigoroso rispetto delle distanze tra i settori che Callejon a destra ha nel proprio codice genetico”.
In attacco la scelta ricade su Insigne e Lozano. Mertens potrebbe introdursi a partita in corso.
“perché pure per scappare da un labirinto servirà rapidità, sempre”.
