Nello staff di Pioli c’è il figlio, idem in quello di Maran. Conte ha con sé il fratello video-analista. E succede anche in Europa
Da quanto è emerso negli ultimi giorni, i giocatori del Napoli mal digeriscono la presenza, nello staff di Carlo Ancelotti, di alcuni suoi familiari. Nella fattispecie il figlio trentenne Davide, vice allenatore, e il genero nutrizionista, Mino Fulco.
Ma l’allenatore del Napoli non è il primo ad affidare compiti di responsabilità ad un suo familiare nel proprio staff, scrive il Corriere della Sera.
“Che questo avvenga per stima sincera o per avere un appoggio di fiducia in più nel gruppo di lavoro poco importa. Spesso è breve il passo fra «figlio d’arte» e raccomandato”.
Stefano Pioli, ad esempio, ha portato con sé a Milanello il figlio secondogenito Gianmarco, di 27 anni, come match analyst. In passato ha già lavorato con il padre all’Inter e alla Fiorentina.
Rolando Maran, al Cagliari, ha affidato l’analisi degli allenamenti col drone al figlio Gianluca, anche lui 27enne.
C’è poi chi ha iniziato con il proprio papà e poi ha spiccato il volo da solo. Come Nicolò Prandelli, figlio di cesare, con il quale ha lavorato a Parma e Valencia. Quando fu inserito dal padre nello staff azzurro fu travolto dalle polemiche. Dal 2017 è preparatore atletico del Bologna.
All’estero ha suscitato grande scalpore la presenza, a bordo campo, in una partita del Manchester United, del figlio di Mourinho, Josè Mario Faria, detto Zuca. Aveva solo 18 anni. Il padre dichiarò sfacciato:
«In un momento negativo per la squadra mi segnalò la sua analisi sulle criticità. Avvisai i miei assistenti, perché lui era in grado di rubare loro il posto».
Il figlio di Mauricio Pochettino, Maurizio, ha seguito il padre al Tottenham, ma allena l’Under 23.
E poi c’è Antonio Conte, che sin dai tempi del Bari porta con sé il fratello Gianluca, laureato in scienze motorie. Riprende gli allenamenti dalla tribuna e confeziona video da sottoporre ai giocatori.
