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Il Milan esonera il bergmaniano Giampaolo

Quattro sconfitte in sette partite, scarso utilizzo dei nuovi acquisti, distanza antropologica con Boban. Il Milan si affida a Pioli

Il Milan esonera il bergmaniano Giampaolo

Il Milan esonera il bergmaniano Giampaolo.

È durata sette giornate l’avventura al Milan dell’allenatore dei macrosistemi. Interprete della nouvelle vague calcistica, che però si è scontrato sia con i risultati sia con la dirigenza rossonera in particolare con Boban. Lascia il Milan al decimo posto in classifica, pari merito con Verona Bologna e Parma. Nove punti frutto di tre vittorie e quattro sconfitte (di cui tre consecutive). Tre punti sopra la zona retrocessione.

Nemmeno la vittoria di sabato sera a Marassi sul Genoa lo ha salvato. Problemi di incomunicabilità bergmaniana con la dirigenza. Non con i calciatori che invece hanno sempre rilasciato dichiarazioni in sua difesa. Ha probabilmente troppo spesso, per non dire quasi sempre, trascurato i nuovi acquisti. Come se con le sue formazioni avesse bocciato la campagna acquisti del duo Boban Maldini. E allora è tornato a casa dopo sette giornate. Al suo posto arriverà Pioli.

In sette giornate il Milan di Giampaolo ha segnato sei reti e na ha subite nove. Ha perso il derby due a zero. Ma soprattutto è stato umiliato a San Siro dalla Fiorentina di Ribery: 1-3 in una partita in cui i rossoneri sono stati annientati.

Gran brava persona, probabilmente Giampaolo non ha la scorza necessaria per resistere alla pressione della Milano rossonera. A questo punto, col suo esonero, Boban e Maldini (soprattutto il croato) si assumono maggiori responsabilità. Se dovesse fallire anche Pioli, è ovvio che le responsabilità non potranno essere addebitate all’area tecnica. È facile prevedere che Pioli farà giocare di più i nuovi acquisti.

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