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Ponte Morandi, inchiesta report falsi: con gli interrogatori si rompe il muro di omertà

Alcuni degli indagati ammettono che il sistema dei report falsati era diffuso e che eseguivano gli ordini provenienti dall’alto

Ponte Morandi, inchiesta report falsi: con gli interrogatori si rompe il muro di omertà

Dai primi interrogatori agli arrestati per report falsi viene fuori un primo squarcio al sistema omertoso che va avanti dal crollo del ponte Morandi. Lo scrive Il Secolo XIX.

“Dopo mesi di interrogatori muti, «no comment», formule ripetute in modo quasi automatico («mi avvalgo della facoltà di non rispondere»), ecco che funzionari e tecnici cominciano a parlare. E rispondono alle domande poste dai giudici”.

I tecnici raccontano che quello dei rapporti sulla sicurezza manomessi era un sistema diffuso. Più di quanto pensassero gli stessi inquirenti. I funzionari raccontano di aver eseguito gli ordini che provenivano dall’alto e di aver anche subito forti pressioni affinché la pratica continuasse.

Sono dichiarazioni importanti, certo inattese dagli inquirenti, che non rilasciano alcuna dichiarazione in merito, naturalmente.

Ieri sono stati ascoltati Andrea Indovino e Maurizio Ceneri, di Spea, difesi dagli avvocati Massimo Ceresa Gastaldo e Stefania Mannino.

Indovino è quello che, dopo il 14 agosto, aveva espresso preoccupazioni in merito ai report falsificati. Aveva detto, intercettato:

“Non è possibile una superficialità così spinta dopo il 14 agosto. Cioè, vuol dire che la gente coinvolta non ha capito veramente un c… ma proprio eticamente”.

Gli inquirenti, attraverso gli interrogatori, cercano di capire a chi si riferisse.

Sempre ieri è stato ascoltato anche Angelandrea Salcuni, consulente esterno, dipendente dell’azienda Alhambra, che opera in appalto per conto di Spea. Dalle indiscrezioni che filtrano, ha respinto le accuse e chiesto l’annullamento dell’interdizione.

Ascoltati anche i dipendenti Spea Massimiliano Giacobbi, Lucio Ferretti Torricelli, Francesco D’Antona e Geatano Di Mundo.

Questa mattina, invece, saranno sentiti a Genova i due dirigenti di Autostrade Luigi Vastola e Gianni Marrone. Assistiti dall’avvocato Egidio Albanese, hanno già fatto sapere di voler rispondere alle domande del giudice per chiarire la loro posizione e rispondere alle contestazioni.

 

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