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Ponte Morandi. Contro il contratto unico PerGenova propone penali fino a 2 milioni al giorno

Iniziano le operazioni propedeutiche alla demolizione. L’accordo per i rimborsi alle aziende

Ponte Morandi. Contro il contratto unico PerGenova propone penali fino a 2 milioni al giorno

In attesa che si sciolga il nodo del contratto (unico o separato) che regolerà le attività di demolizione e ricostruzione, sul ponte Morandi tornano a circolare macchine e uomini per l’avvio delle operazioni già definite.

Le operazioni in programma

Ad indicarle, in modo preciso, è Il Secolo XIX. Entro il fine settimana i tecnici delle ditte Omini e Fagioli inizieranno la rimozione dei new jersey di cemento, in modo da alleggerire la struttura. Poi si provvederà alla “scarificazione dell’asfalto”, anche questa con il fine di alleggerire il peso dell’impalcato.

Soltanto in un momento successivo, dopo aver terminato tutte le verifiche relative alla stabilità della struttura, si procederà allo smontaggio vero e proprio, a partire dal pilone 8, con la tecnica dello strand jack: ai lati del ponte sarà poggiato un macchinario che lo taglierà a pezzi, che saranno poi fatti scendere a terra attaccati a cavi d’acciaio.

Intanto, scrive Il Secolo, dall’altra parte del torrente sono state portati i pezzi delle quattro torri di sostegno che circonderanno il pilone 10, che insiste su via Fillak, per tenerlo in sicurezza e permettere alle aziende di avviare la ricognizione e lo smontaggio dei detriti di amianto nelle case della zona rossa.

Il fronte contrattuale

Sul fronte contrattuale, scrive sempre Il Secolo XIX, spunta una controfferta del team composto da Salini Impregilo e Fincantieri: le aziende scelte per la ricostruzione vorrebbero tenere separate le partite della demolizione e della ricostruzione, al punto da proporre di aumentare le penali fino a 2 milioni al giorno (60 milioni al mese), piuttosto di non mischiare i destini delle due squadre. “Una soglia che sarebbe ben superiore ai 20 milioni al mese che erano stati messi sul piatto da Autostrade per l’Italia, già largamente superiori ai minimi di legge – scrive Il Secolo – E che è apparsa al contempo provocatoria, perché le clausole non possono essere eccessivamente penalizzanti per una delle parti”.

Sembrerebbe naufragato, dunque, anche l’ultimo tentativo di Bucci di spingere verso il contratto unico: i costruttori non sembrano proprio intenzionati a farsi carico degli eventuali intoppi delle operazioni di demolizione.

Definiti i criteri per i rimborsi alle aziende

Nella riunione tenutasi ieri in Regione sono stati definiti i criteri per i risarcimenti alle imprese genovesi previsti dal decreto Genova.

Saranno divisi in scaglioni, a seconda della distanza dal Ponte, scrivono Il Secolo XIX e Repubblica Genova: le aziende della zona rossa avranno il 100% di indennizzo, quelle della zona arancione (via Fillak, Campi, Certosa e Rivarolo) fino all’80%, le altre aziende all’interno dei municipi Sampierdarena, Cornigliano e Sestri riceveranno fino al 60%.

Il calcolo del risarcimento

Il decreto prevede il risarcimento per le aziende e i professionisti che abbiano subito un decremento del fatturato nel periodo tra il 14 agosto e il 28 settembre (data di firma del decreto) rispetto al valore mediano dello stesso periodo nei tre anni precedenti (2015-17) fino ad un limite massimo di 200mila euro, fissato dalle norme europee, scrive Il Secolo.

Le aziende che hanno già denunciato un danno con il modello Ae nei mesi scorsi potranno presentare domanda per i rimborsi alla Camera di Commercio tramite le associazioni di categoria dal 15 gennaio al 28 febbraio. Si tratta di circa 1.600 aziende. Di queste, scrive sempre il quotidiano genovese, 700 sono in Valpolcevera e 200 a Sestri Ponente, “ma quelle della“zona arancione” , già censite dalla Camera di commercio a novembre, sono 404 con un danno medio rilevato di 298.154 euro”.

Il sostegno al reddito

Nel corso della riunione si è discusso anche del sostegno al reddito, la cosiddetta “cassa in deroga” finanziata nel decreto Genova con 30 milioni (11 per il 2018 e 19 per il 2019). “Un provvedimento pari al trattamento massimo di integrazione salariale (per un massimo di 12 mesi), in favore dei lavoratori del settore privato, penalizzati o impossibilitati a lavorare a causa del crollo”, spiega Il Secolo.

Si tratta di dipendenti da aziende operanti nelle aree territoriali della città metropolitana di Genova che “hanno subito un impatto economico negativo e per i quali non trovano applicazione le tutele previste dalla normativa vigente in materia di ammortizzatori sociali”, ma anche “lavoratori autonomi, collaboratori coordinati e continuativi, titolari di rapporti di agenzia e di rappresentanza commerciale, compresi i titolari di attività di impresa e professionali che abbiano dovuto sospendere l’attività” a causa del crollo del Morandi.

Le domande potranno essere presentate sul sito della regione a partire dal 15 gennaio.

Gli esclusi

Ancora nessuna previsione per i residenti delle strade ai confini della zona rossa, che tra poco saranno interessati da un mega cantiere adiacente alle loro abitazioni e che hanno in programma, per l’11 gennaio, una manifestazione di protesta.

FOTO DA REPUBBLICA GENOVA

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