ilNapolista

La neuropsichiatria e quei tifosi del Napoli che “questo non è calcio”

La reazione indispettita e infastidita di molti dei cosiddetti tifosi partenopei – i puristi – alla vittoria di Genova. Roba che neanche Damasio

La neuropsichiatria e quei tifosi del Napoli che “questo non è calcio”

Le domande dei bambini

Mai banali le partite del Napoli.

Da una parte ti pongono dinanzi ai grandi misteri della natura. La mente ancora fresca di giovinezza dei tuoi figli ti regala quesiti cui la fisica difficilmente sa dare risposta. “Perché il campo è più bagnato a sinistra che a destra?” Ti accorgi che sai spiegare la meccanica delle eclissi solari e il motivo per cui la sirena di una ambulanza che si allontana è diversa rispetto a quella di una che si avvicina, ma la pioggia al Marassi ti lascia nel più imbarazzato dei silenzi che genitore possa immaginare. Forse ha piovuto di più su quella fascia. Forse il vento. Forse la pendenza. Solo il calcio italiano ci darà risposta, miei pargoli.

La reazione indispettita dei puristi

Dall’altra, è chiaro che Napoli sia un luogo privilegiato per qualunque neuroscienziato del pianeta. La costante psicosi bianconera, infatti, è ormai nota – l’acustica selettiva degli stadi juventini è roba che neppure gli architetti del teatro di Epidauro erano riusciti a scoprire. Ma la reazione indispettita di molti dei cosiddetti tifosi partenopei che reagiscono con fastidio alla vittoria di Genova “perché non è più calcio” è qualcosa che vale molto di più di tutta la bibliografia di Antonio Damasio, tanto che se l’autore avesse l’agio di seguire il Napoli di Ancelotti potrebbe certo cambiare il titolo del suo best seller in “Il Non-Calcio per il tifoso azzurro – Emozione, ragione e cervello umano”.

Mentre attendiamo che la comunità scientifica scopra finalmente quale preziosissimo materiale le mettiamo a disposizione nella ricerca del mistero ultimo dell’animo umano, noi ci godiamo quello spagnolo sorgere dalle acque con la sua casacca a brandelli sulle strofe del più antico poeta lirico della nostra storia – forse anche lui ieri redivivo sotto la bufera genovese:

“Cuore, mio cuore, straziato da affanni senza rimedio,

sorgi e difenditi da chi ti è ostile, opponendo agli avversari il petto,

fronteggiando sicuro le trame insidiose dei nemici;

non vantarti apertamente se vinci

e non abbatterti, non gemere, se vinto, chiuso in casa,

ma gioisci di quanto rallegra e rattristati per le sventure

senza eccesso; apprendi la regola che gli uomini governa”

ilnapolista © riproduzione riservata