L’esempio della ragazzina francese. Se quella di presidente del Napoli fosse una carica elettiva, per chi voterebbero i tifosi?
È nato il Napoli di Ancelotti
In questo periodo della stagione non c’è molto tempo per far raffreddare le idee, visto che si gioca ogni 3 giorni. I tre gol con i quali il Napoli ha battuto il Torino fuori casa vanno archiviati in fretta, stasera arriva il Parma al San Paolo e sabato sarà già Juventus-Napoli.
Qualche riflessione, tuttavia, ce la consentiamo. A Torino, com’è stato riconosciuto praticamente all’unanimità, è nato il Napoli di Ancelotti. Nuovo nel modulo (anzi, nei moduli, come ci ha spiegato Alfonso Fasano), nell’approccio e nella gestione del match (il possesso palla non è più un mantra) e negli uomini (già 19 i titolari dall’inizio e 6 formazioni diverse nelle prime 6 gare). Indovinare la prossima formazione sembra impossibile e l’unica cosa che pare rimasta immutata, rispetto alla scorsa stagione, è la media punti. Per fortuna.
De Laurentiis ha chiesto chiaramente ad Ancelotti di utilizzare tutta la rosa, di valorizzarla e farla crescere. Carletto ha accettato volentieri, ha ribadito ad ogni piè sospinto di considerare la squadra forte e competitiva, si è detto contento di avere a disposizione una rosa ampia e sta dimostrando che le variazioni tattiche gli consentiranno un’ampia rotazione nell’undici titolare.
Cambiare
Quando non cambiano gli uomini, inoltre, cambiano i ruoli in cui vengono utilizzati. Hamsik regista è stato il primo, al quale sono seguiti Insigne punta centrale, Luperto laterale sinistro, Maksimovic laterale destro, Callejon quarto di centrocampo e così via.
Una metamorfosi totale e continua, che sicuramente non è giunta al suo termine e che, finora, sta dando ottimi risultati. Oltretutto è una metamorfosi praticata e non annunciata; a parole Ancelotti pareva voler registrare qualcosina qui e lì, nei fatti abbiamo visto in campo una squadra che 6 mesi fa non saremmo stati capaci di immaginare.
Il ciclo terribile di questo inizio stagione tra campionato e Champions, tuttavia, è appena cominciato. L somme si potranno trarre più o meno compiutamente tra un mesetto. Intanto ci godiamo la vena realizzativa di Insigne, i 12 punti in classifica e un ambiente che vira al sereno. Già, l’ambiente.
Una tifoseria diversa
Una delle cose che ha colpito della partita di Torino è stato il supporto incessante della tifoseria azzurra. Una tifoseria, però, molto diversa da quella che siamo abituati a vedere al San Paolo. Non c’erano gli ultras, a causa del divieto di assistere alla gara per i residenti in Campania. E infatti risuonavano cori allegri e gioiosi ed ha fatto il giro dei social network il video della giovane tifosa di Grenoble, inquadrata dalle telecamere commossa fino alle lacrime dopo il gol di Verdi.
Dunque si può supportare la squadra senza insultare il presidente e lo si può fare in maniera spontanea e genuina. Ne ero già certo, ma le conferme non mi dispiacciono. La contrapposizione oramai endemica tra ultras e parte della tifoseria e De Laurentiis, tra l’altro, mi ha fatto venire in mente una domanda un po’ paradossale. Poniamo il caso che la presidenza del Napoli fosse una carica elettiva, chi avrebbero votato gli ultras? E se anche le decisioni di mercato fossero prese democraticamente, cosa sarebbe oggi il Napoli?
Se le votazioni si fossero svolte nelle convulse settimane che precedettero, nel 2004, il fallimento del Napoli, non ho dubbi: Luciano Gaucci sarebbe stato eletto a furor di popolo. L’imprenditore, che in seguito sarebbe stato condannato per bancarotta fraudolenta, avrebbe sbaragliato la concorrenza con la promessa irrealizzabile della Serie B. Chissà cosa sarebbe successo, però, l’anno successivo, quando cominciò la sua lunga latitanza nella Repubblica Dominicana. Se fossimo stati fortunati, probabilmente, avremmo seguito il destino del Perugia, che riuscì a tornare tra i professionisti in Serie C solo nel 2010/11. Considerando che il Napoli in quella stagione arrivò terzo in serie A ed era già in Europa, forse è andata bene così.
Da Hamsik ai sediolini del San Paolo
Dubito, poi, che la maggioranza dei tifosi avrebbe acquistato Hamsik e Lavezzi, che avrebbe preso Cavani, che lo avrebbe poi ceduto per prendere Higuain. Ai voti non sarebbe certamente passata la proposta di acquistare Koulibaly e Ghoulam. Probabilmente, invece, a giudicare da quello che si sente attorno al Napoli, avremmo preso Giuseppe Rossi; e, se Mazzarri (che sicuramente sarebbe ancora il nostro allenatore) si fosse dimostrato abbastanza convincente in campagna elettorale, anche Modesto e Rolando Bianchi.
Si tratta di un gioco, naturalmente. Di un paradosso. Ma può servire per farci rendere conto che il Napoli di oggi, con tutti i limiti e i difetti di De Laurentiis che non manchiamo di sottolineare, è molto meglio di quello che sarebbe esistito in un universo parallelo in cui le lamentele degli ultras (e non solo) fossero state ascoltate.
Nel frattempo, i sediolini che il Comune aveva promesso di sostituire entro agosto, poi settembre, poi ottobre, poi dicembre, pare che arriveranno per la fine della stagione. Anche questa, l’inefficienza e l’inaffidabilità dell’Amministrazione, è una cosa su cui bisognerebbe riflettere prima di scaricare tutte le colpe sul Presidente.