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De Laurentiis organizzi anche il tifo a Napoli: playlist giusta a tutto volume, parole sui maxischermi

Come avviene in Nfl e Nba, piacerebbe molto ai bambini. Il pubblico non ne può più dei tristi cori autoreferenziali del tifo organizzato (quando non sciopera)

De Laurentiis organizzi anche il tifo a Napoli: playlist giusta a tutto volume, parole sui maxischermi
Db Reggio Emilia 17/02/2023 - campionato di calcio serie A / Sassuolo-Napoli / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: tifosi Napoli

L’ultima sbalorditiva (per chi non conosce Napoli fino in fondo) polemica che ruota attorno al Napoli è il clima silente, triste e arrabbiato che si respira allo Stadio Diego Armando Maradona.

Nonostante una stagione da record e una squadra da sogno, nonostante un numero pazzesco di vittorie, gol, bel gioco e chi più ne ha, più ne metta, allo stadio si sta per lo più in silenzio.

Se l’orecchio langue, l’occhio non è da meno. Sono lontani i tempi della marea azzurra che popolava gli spalti. Sciarpe, bandiere e magliette del Napoli sono incredibilmente spariti dal kit del tifoso. Le curve hanno man mano sostituito l’azzurro con un blu sempre più scuro e con il grigio (“il muro grigio è dimostrazione di prestigio”, uno degli slogan che si leggono in giro). I cori che intonano, quando non sono in sciopero, sono tristi, fuori tempo, lugubri e autoreferenziali. C’è divieto di tifare per i singoli calciatori, ma anche andare a tempo non è ben visto sulle gradinate dove risiedono i gruppi (dis)organizzati di tifosi.

In città i soliti intellettuali buoni per tutte le stagioni si stanno dedicando alle petizioni e ai comitati, prendendosela tra l’altro con il regolamento d’uso dello Stadio, come se il problema fosse quello. Personalmente non ho mai creduto alle petizioni, né al movimentismo degli scrittori, ma il punto non è questo. Il punto è che la questione è profonda e attiene alle pretese del tifo organizzato che, nel tempo, ha preso una sua deriva inarrestabile.

I gruppi sono contro la società oramai da anni (chissà che su questo non abbia influito la decisione di De Laurentiis di tagliare i biglietti omaggio), ma vanno contro anche al resto dello stadio, a quelli che definiscono “tifosi occasionali” e pure a quelli che allo stadio non ci vanno (i divanisti). Questo soliloquio patetico e demenziale li porta a cantare per loro stessi anziché per la squadra e, chissà perché, a privilegiare tematiche funebri e litanie funeste (personalmente quando attaccano la lagna “segna per noi, gonfia la rete” faccio gli scongiuri a più non posso e credo lo facciano anche in campo).

Sinceramente non credo che ci sia soluzione. Sono tristi e non ho mai visto nessuno di triste convincersi a diventare allegro.

Ma se convincerli non è possibile, sovrastarli si può. Il Maradona ha un ottimo impianto audio e le luci non mancano. De Laurentiis è uomo di cinema e sa quanto sia importante la colonna sonora per un buon film e per un grande evento: ci pensi lui a rivitalizzare lo stadio.

Dove sta scritto che devono essere gli ultras a decidere cosa cantare allo stadio? Lo può benissimo decidere il Napoli insieme ai suoi tifosi allegri, che nelle ultime partite stanno facendo registrare il tutto esaurito. Si scelga qualche bella canzone, allegra, ritmata e in grado di dare la carica. Si mandi a tutto volume anche durante il match e magari si facciano scorrere le parole sui maxischermi. La playlist si potrebbe scegliere con l’aiuto dei social: la società propone, i tifosi scelgono e allo stadio si canta tutti insieme. Si fa già in tanti stadi nel mondo, non solo in quelli di calcio. Si fa alle partite di Football Americano, si fa in Nba, persino alle partite di cricket nei paesi dove è popolare.

De Laurentiis ha parlato di bambini allo stadio e ha ragione. Beh, ai bambini il karaoke piace moltissimo. Negli anni ’80, quando al San Paolo ci si divertiva in campo e sugli spalti, si cantava il “porompompero“, prima di entrare si distribuivano bandierine azzurre di plastica (sponsorizzate peraltro) e si respirava subito allegria. Lo stadio era sinonimo di divertimento.

Non facciamoci rovinare la festa da quattro musoni, cogliamo l’occasione per fare un po’ di show allo stadio e con l’occasione gli facciamo rendere conto che per festeggiare e tifare non abbiamo bisogno di loro.

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