È alimentato da quella borghesia che si lamenta salvo poi nutrirsi di piccole e grandi illegalità. Sotto attacco De Laurentiis ma in fin dei conti anche Ancelotti
La Napoli di mezzo
C’è un brutto clima, che preoccupa. A Napoli, tra i napoletani, sui social. Come se si fosse accumulato inspiegabilmente una bomba di rancori, di cattiverie, di aspettative andate deluse. Una bomba che rischia di esplodere al San Paolo con Napoli-Milan di fine agosto. E non va bene.
Questo brutto clima è alimentato da quella “Napoli di mezzo”, quella borghesia che si fa i fatti suoi, che si lamenta salvo poi nutrirsi di piccole e grandi illegalità. O semplicemente che non vuole proporsi come classe dirigente ed ama ritagliarsi il ruolo di eterna opposizione, anzi esclusione da tutto.
Sono quelli in prima fila che se la prendono con De Laurentiis e sotto sotto con “Carlo l’emiliano o romagnolo”. Sono ancora ipnotizzati dal Comandante come lo erano dei precedenti nei confronti dei mister appena arrivati. E fanno paragoni improponibili. E fanno spallucce timorosi delle altre squadre avversarie che vedono più forti di noi. E alimentano il disfattismo, la convinzione addirittura che saremo esclusi persino dalla Champions.
Il paradosso Cavani
Ma possiamo mai credere che il problema, la delusione, la “colpa” del “Pappone” sia stata quella di non essersi dissanguato di 120 milioni – questa è la cifra chiesta dal Psg al Real Madrid – per comprare El Matador Cavani? Cavani è sempre stato un falso obiettivo. Come “Il Napolista” ha scritto in tempi non sospetti. Per delegittimare il nuovo Napoli di mister Carlo Ancelotti e spianare la strada alle milanesi e al Ronaldoshow che ci accompagnerà finché morte non ci separerà.
Dobbiamo invece essere soddisfatti per la nostra squadra? Saremmo miopi se non ammettessimo che così come l’abbiamo vista in queste settimane, non è soddisfacente. Insomma, abbiamo ancora strada da fare. Ancelotti deve plasmare il suo Napoli. Abbiamo bisogno di un portiere visto la sfiga che ci perseguita. E credere in un sogno, un grande sogno. E ci ostiniamo a voler essere ottimisti.