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Processo Resit, la Corte nomina tre nuovi periti per capire se c’è stato disastro ambientale

Il processo madre della Terra dei Fuochi. Il presidente Zeuli ha disposto la nomina di tre consulenti (provenienti dal Piemonte). Concordi sia accusa che difesa

Processo Resit, la Corte nomina tre nuovi periti per capire se c’è stato disastro ambientale

Processo d’appello

Seconda udienza dell’appello in Corte d’Assise del processo Resit, un processo fondante della narrazione della cosiddetta terra dei fuochi, un processo che potrebbe portare a riscriverne la storia.

Come già riportato dal Napolista, le difese, nelle persone degli avvocati Monaco, Martino, Stellato e Cangiano, avevano chiesto la riconsiderazione di tutte le valutazioni scientifiche portate nel corso del dibattimento di primo grado da parte di un collegio di periti. In primo grado, la Corte d’Assise non aveva commissionato una propria perizia, si era basata sulle consulenze di parte depositate dal pm Alessandro Milita. Le più celebri sono quelle legate alla figura di Giovanni Balestri. Quella di oggi è quindi una novità importante. La Corte d’Appello vuole approfondire per capire se ci sia stato disastro ambientale. 

Il presidente Zeuli

Nell’ordinanza del 9 novembre 2017, la Corte (presieduta da Domenico Zeuli), prendendo atto delle “differenti considerazioni tecniche e conclusioni scientifiche cui sono giunti in merito i vari soggetti intervenuti nel corso del processo di primo grado (consulente tecnico del pm un lato, consulente tecnico di parte dall’altro, ed Enti Istituzionali e società a totale partecipazione pubblica, Istituto Superiore Sanità e Sogesid dall’altro ancora)” rileva che

“effettivamente appare necessario ai fini del decidere, una perizia tecnica in ordine alla verifica della ricorrenza o meno di alcuni presupposti di mero carattere scientifico necessari per poter ritenere sussistenti i reati in oggetto (avvelenamento delle acque e disastro ambientale n.d.r.) e ciò attese le diverse valutazioni sul punto degli indicati soggetti (CT ed Enti Istituzionali n.d.r.), tutti professionalmente attrezzati, intervenuti in merito. La necessità per questa Corte giudicante di operare, tra le diverse opzioni, una consapevole scelta fondata su considerazioni sostanzialmente tecnico/ scientifiche, impone il ricorso ai saperi sul punto di periti terzi, ritenendosi invero pienamente condivisibile l’assunto della Suprema Corte secondo cui, in presenza di differenti tesi scientifiche, appare doveroso il contributo “degli esperti” da parte del giudice”.  – omissis –

“Va dunque disposta una perizia in merito, ed a tal fine questa Corte nomina per l’espletamento dell’incarico che sarà conferito nella prossima udienza:

  • l’ingegnere ambientale Silvia Bonapersona di Torino;
  • il chimico Cesare Rampi di Chivasso (TO);
  • il geologo ambientale Stefano Davide Murgese di Carmagnola (TO).”

Vedere Corte, Procura Generale ed avvocati tutti concordi nella ricerca della verità, affidandosi alla Scienza, piuttosto che battagliare tra loro, riconcilia il comune cittadino con la Giustizia.

Per il resto, parleranno i fatti.

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