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Milik sta meglio. Se a Natale sarà in gruppo, la prima riserva dovrà essere lui

Se i tempi dovessero essere confermati, lo scambio di prestiti col Chievo non sarebbe più “necessario”, per il Napoli, per Milik e per Inglese.

Milik sta meglio. Se a Natale sarà in gruppo, la prima riserva dovrà essere lui

Notizie certe e meno certe

Cosa succede con Arek Milik? C’è un po’ di fermento intorno all’attaccante polacco, ieri a Villa Stuart per il primo controllo dopo l’operazione al legamento crociato infortunato durante la partita con la Spal. Le notizie sono positive: un comunicato abbastanza stringato ma ottimista da parte del Napoli, poi le dichiarazioni in serata di Mariani («Arek sta meglio dopo un mese rispetto allo stesso punto del recupero dello scorso anno. Ha recuperato bene a livello muscolare, anche rispetto ai tempi a cui ci ha abituato De Nicola. Ora inizierà un lavoro più specifico, prevedo un felice ritorno all’attività sportiva»). E infine le indiscrezioni della mattinata, su un possibile ritorno in gruppo già a Natale. Una data possibile, considerando che nel 2017 Milik rientrò in campo a febbraio contro il Real Madrid.

Questo ci induce a una serie di ragionamenti in vista di gennaio. Cose semplici, ci viene da dire elementari. L’idea di De Laurentiis, lo scambio di prestiti con il Chievo per avere Inglese, diventa all’improvviso “inutile”. O comunque “non più necessaria” per il recupero del calciatore. Che, da fine gennaio-febbraio in poi, potrebbe tornare nella piena efficienza atletica (ovvero un mese prima rispetto allo scorso anno). A quel punto, prendere Inglese al posto di Milik non sarebbe un’operazione intelligente. Semplicemente perché Milik resta più forte di Inglese. Non ce ne voglia l’amico Roberto, ma lo status e la forza differente, in certi casi, sono dati praticamente oggettivi. Questo è uno di quei casi.

Pavoletti-bis

Se i tempi di sopra dovessero essere rispettati e verificati, lo scenario è il seguente: considerando Mertens come titolare, l’idea di passare da Milik a Inglese come prima rotazione ci pare un tantino azzardata. Al massimo, si potrebbe provare per un Pavoletti-bis. Ovvero per un’operazione concepita e attuata come un contorno tecnico e di mercato ai piatti forti della rosa. Inglese, ormai già acquistato dal Napoli (a prescindere dalla natura del colpo, fiscale o comunque come pedina di scambio) potrebbe aggregarsi al Napoli e rappresentare un’alternativa ulteriore al titolare e alla sua prima riserva – che poi riserva non è.

Quindi, gerarchie stabilite, come nel finale della scorsa stagione. Dries Mertens prima risorsa – e vorremmo vedere -, Arek Milik come uomo turn-over (non differentemente da quanto avvenuto nell’avvio condiviso) e alternativa tattica; Roberto Inglese come riserva. Nel senso “Anni 70” del termine. La stessa dimensione di Pavoletti, però con la consapevolezza iniziale che Inglese venga a fare proprio questo. Di come rappresenti la terza scelta, l’uomo in più di sorrentiniana memoria. Certo, bisognerà mettere a punto qualcosa nella lista Figc (ricordiamo che il Napoli ha gli slot contati), ma un eventuale addio di Giaccherini o di Tonelli (ad esempio) potrebbe liberare lo spazio per l’attaccante del Chievo. Che integrerebbe il Napoli con la prospettiva di un passaggio verso altri club, magari più prestigiosi di quello clivense (ci può venire in mente un Torino, una Sampdoria).

Ecco, questa ci sembra la soluzione migliore. Per aiutare Milik nel suo recupero senza svalutarne la dimensione, per salvaguardare Mertens in caso di raffreddore. Per il Napoli che avrebbe due attaccanti di livello europeo, per Sarri, che tornerebbe ad avere due uomini per ogni ruolo. E alla fine anche un po’ per Inglese, al quale sarebbe subito chiarito il suo destino, che percepirebbe subito il senso del suo arrivo a Napoli. A meno di un exploit clamoroso, di cui non potremmo essere che contenti. Però, come dire: scalzare Mertens e poi pure Milik non è proprio un’impresa facile.

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