Domande, considerazioni e (pochissime) recriminazioni sul Napoli costruito in questo calciomercato: ad esempio, noi avremmo preso un terzino destro e un portiere.
Che cos’è il calciomercato
Iniziamo dalla cosa più semplice, anche se magari non metteremo d’accordo tutti. Il calciomercato è una scelta pianificata. Ogni anno, una società di calcio si riunisce intorno a un tavolo – reale o figurato che sia – e mette a punto una strategia atta al tentativo di migliorare una squadra, un organico. In un mondo ideale, succede proprio così. E anche al Napoli è successo proprio così. Messo a punto il budget reale e/o eventuale, si è deciso che la strada migliore per cercare di migliorare la squadra fosse la conservazione della sua essenza. Zero cessioni, se non quelle di calciatori fuori dal progetto, e innesti mirati a chiudere il gioco delle coppie a slot.
Per semplificare: costruzione di una squadra con la stessa anima dello scorso anno e integrazione di calciatori laddove gli attuali componenti della rosa volessero andar via – per trovare più spazio, stimoli diversi ecc. Il Napoli ha ceduto solo calciatori di questo tipo, quindi fondamentalmente in esubero: il quinto centrale Tonelli (non ancora ufficiale l’addio), il terzino sinistro Strinic (non ancora ufficiale l’addio), il terzo centravanti Pavoletti, il quarto centravanti Zapata. E ha acquistato i due calciatori nei ruoli “scoperti”: Mario Rui nello slot di esterno basso a sinistra e Adam Ounas come esterno d’attacco. Il primo, ovviamente, sostituisce Strinic. Il secondo sostituisce invece Mertens, traslocato a centravanti dopo la stagione scorsa. Sotto, il prospetto completo dell’attuale rosa del Napoli. 23 giocatori, manca solo il terzo portiere Rafael.
Quantità
E ora veniamo al discorso principale, al nocciolo della questione. Non comprendiamo le critiche dei tifosi al mercato “numerico” del Napoli. Per farvi capire cosa intendiamo vi poniamo questa domanda: cosa manca a questa squadra per essere numericamente completa? Niente, esatto. Il Napoli ha due calciatori per ruolo, esattamente e perfettamente. De Laurentiis, Giuntoli e Sarri hanno ragionato sulla creazione di undici coppie di giocatori da poter alternare/ruotare. Ci sono praticamente due squadre a disposizione. Una, quella titolare, è similare a quella dello scorso anno. Per scelta, gli investimenti più onerosi della proprietà si sono incanalati su quella strada: Insigne, Mertens e tutti gli altri rinnovi formalizzati in precedenza. Manca solo Ghoulam, ma pare che arriverà prestissimo.
Inoltre, anche per questo si tratta di due squadre pronte. Tutti i 22 calciatori che leggete in questo campetto possono giocare senza problemi. Sono inseriti negli schemi, non ci sono casi Rog-Diawara-Maksimovic dopo un anno. I cambi sono assicurati, garantiti. Dei due nuovi acquisti, uno conosce già il gioco che si pratica al Napoli. L’altro, Adam Ounas, è invece da inserire gradualmente, ma non è un caso si tratti di un esterno offensivo. Proprio il sub-reparto in cui il Napoli ha maggiore abbondanza. Perché oltre a Callejon, Insigne, Giaccherini e lo stesso Ounas, c’è Mertens. Che di mestiere, fino a dicembre scorso, faceva proprio l’esterno offensivo. Anche questa è strategia.
Chi scrive o pensa che “al Napoli manca questo calciatore o questo ruolo”, noi compresi, fa un discorso qualitativo. Che è un’altra cosa.
Qualità
Il discorso sulla qualità è un’altra cosa, dicevamo. Noi del Napolista abbiamo sempre avuto la nostra idea, e la riproponiamo. Questa squadra necessita(va) di un portiere di riserva che offrisse maggiori garanzie e di un terzino destro che potesse offrire ad Hysaj la stessa alternativa che esiste in tutti gli altri ruoli del 4-3-3 di Sarri. Un Rulli e un Toljan, per esempio, o equipollenti. Questo era il nostro mantra/desiderio. Per il resto, avremmo potuto pensare al massimo a un calciatore più giovane e (prospetticamente) forte di Giaccherini, ma sarebbe stato un surplus. Nel senso: Giaccherini, qui schierato a sinistra come vice-Insigne, è uno dei due esterni alti di riserva. Gli esterni alti titolari sono Callejon e Insigne. Callejon e Insigne, probabilmente i migliori interpreti o quasi del nostro campionato nei ruoli considerati. Nel senso: uno deve anche considerare il fatto che alternare due calciatori così vuol dire trovarne due altrettanto forti, e pagarli perciò una cifra congrua – cartellino e stipendio. Non sarebbe stato facile.
Quindi, andiamo avanti proponendo altre due domande: il Napoli poteva fare di più? Certo, avrebbe potuto alzare il livello qualitativo medio della panchina, laddove poteva essere carente. Il terzino destro, il portiere di riserva. Torniamo sempre lì. Bisogna essere delusi perché questo ulteriore upgrade non è arrivato? A noi pare esagerato, semplicemente perché il Napoli è forte. Ed è forte, quest’anno, sui 18-19 giocatori. Fin da subito. Non sui 15-19 “sicuri” dello scorso anno, non sui 13-14 del primo anno di Sarri. È una squadra che sta crescendo intorno a un progetto tecnico-tattico, che a un mercato di rivoluzione (già fatto, estate 2016) ha voluto far seguire una campagna di consolidamento. Di costoso consolidamento interno – con i contratti, e i riscatti.
Rischio
Qualcuno potrà lamentare “l’assenza di rischio”. A nostro modo di vedere è eccessivo anche questo. Il Napoli, a parte i ruoli che per noi sono scoperti, ha una seconda squadra completa di qualità medio-alta. E ha un allenatore che da tre anni sta lavorando intorno a un certo tipo di gioco, legato a certi calciatori. Il rischio sta proprio nell’aver voluto confermare questo blocco, questo gruppo, magari esponendosi agli attacchi ex-post se le cose non dovessero andar bene. Non che questo sia più rischioso di un grande investimento su un grande interno che possa far (retro)cedere Allan, ad esempio, ma quale grande interno sarebbe stato avvicinabile dal Napoli? Più forte di Allan, parliamo. E con un ingaggio parametrato ai 4,5 milioni che Insigne percepisce dopo cinque stagioni in azzurro.
Ecco, nel calciomercato del Napoli c’è (stato) tutto questo. C’è stata una scelta precisa, una chiara strategia. Finora, quattro vittorie su quattro, è stata vincente. Rapportarla agli altri? Lo faremo, domani, a bocce di calciomercato (finalmente) ferme. Nel frattempo, vi abbiamo riportato in questi mesi gli endorsement di tutti gli uomini di calcio interpellati sul Napoli. “Non hanno cambiato niente, partono avvantaggiati”. Qualcuno, più di qualcuno in verità, l’ha detto. Ricordiamo Montella, magari. Uno che di mestiere fa l’allenatore di calcio. Crediamo possa bastare.