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Neymar e Milan: i casi che spiegano come “aggirare” il Fair Play finanziario

Repubblica e Gazzetta partono dalle due situazioni di mercato per parlare di stortura e riforme dell’istituzione Uefa per garantire equilibrio competitivo.

Scrivono Gazzetta Repubblica

Si parte da Neymar, e non potrebbe essere altrimenti date le cifre. Quelle le snocciola la Gazzetta: «222 milioni (clausola) più 300 milioni (60 per 5, ingaggio lordo quinquennale) più 40 milioni (bonus ingaggio per papà procuratore), totale 562, alla faccia del fairplay finanziario». Ecco, appunto. In casi del genere, ormai verosimili, che fine fa il fpf? Anzi, alziamo la posta: il fpf esiste? Parte da qui il racconto dei due quotidiani, che si interrogano non solo sulla questione dei prezzi, ma anche sulla ricezione della Uefa in base a certi affari, a certe operazioni.

«Nell’estate da 2,5 miliardi di euro di trasferimenti, il sistema di controllo finanziario con cui l’Uefa sperava di calmierare i debiti del calcio mostra tutti i suoi limiti. […] La Qatar Investment
Authority sponsorizza il Psg attraverso 4 diverse società (225 mln totali). E non avrebbe avuto problemi a ingaggiare Neymar come testimonial di una delle sue tante ramificazioni aziendali, versandogli in cambio i 222 milioni della clausola rescissoria, per poi portarlo sotto la Tour Eiffel da svincolato. Una strategia che però richiama l’ombra delle famose “terze parti” (il controllo dei giocatori attraverso fondi d’investimento) esplicitamente vietate dalla Fifa. E allora è già pronta l’alternativa: tesserare Neymar con una qualsiasi delle squadre del campionato qatariota – tutte riconducibili allo stato – e ovviamente non sottoposta alle norme dell’Uefa: farle pagare la clausola e poi prestare la star brasiliana al Psg. Un vero schiaffo al sistema di controllo imposto nel 2009 da monsieur Platini».

Norme di aggiramento

Insomma, il fair play finanziario funziona solo fino a un certo punto. Anche scendendo a un livello un po’ più basso, la regolamentazione è facilmente aggirabile. Basterebbe richiamare alla mente il caso Caprari-Inter-Skriniar-Sampdoria, un semplice escamotage di mercato. E i controlli saltano, non hanno la possibilità di intervenire. Anche perché poi, come scrive ancora Repubblica, basta trattare con la Uefa per evitare sanzioni. I famosi voluntary agreement o settlement agreement. La strada che ha permesso a Roma e Inter di “salvarsi”. La strada che ha scelto il Milan, preventivamente, per giustificare un domani i 200 milioni spesi in questo pazzo mercato. Sotto, una spiegazione di come funziona e di come potrà cambiare il fair play finanziario secondo la Gazzetta dello Sport.

Quindi qualcosa cambierà. O meglio: si stanno studiando le famose carte perché qualcosa cambi. Anche perché, come scrive la Gazzetta, basta guardare oltre il Psg (al Milan, al Manchester City) per capire che i tentativi fatti finora non sono stati proprio recepiti. Anzi, «a Nyon pensano che il sistema si sta inflazionando e che sia l’ora di mettere mano alle regole del fair play, non più adeguate, per disegnare un nuovo sistema». Vediamo quali.

Modello Nba

«Servono nuovi meccanismi come la luxury tax, i tetti alle rose e norme più corrette a livello di trasferimenti per evitare l’accumulo di calciatori e un’eccessiva concentrazione di talento in poche squadre». Parole di Aleksander Ceferin, presidente sloveno della Uefa. L’altra idea, anche quella mutuata dal sistema Nba, potrebbe essere quella del Salary Cap, ovvero un tetto massimo agli stipendi. Tutto quanto da mettere accanto al Fpf, che intanto non accontenta più nessuno. Anche perché il Milan, per esempio, fa strano un po’ a tutti. Alla stessa Uefa, agli altri club.

Leggiamo: «Il mercato aggressivo dei rossoneri preoccupa Nyon e non solo per le cifre. Il voluntary è concesso a nuovi proprietari per risanare le casse e non essere sanzionati per colpe precedenti. Una sorta di auto­denuncia. Ma occorre, appunto, risanare. Mentre il Milan sembra andare in senso opposto: sta aumentando il deficit, sta “scommettendo” su futuri successi che aumenteranno le entrate, proprio quello che si voleva cancellare del precedente sistema. Anche gli acquisti con prestiti subito, e pagamenti negli anni successivi, non sono visti di buon occhio.
Tra ottobre e novembre il Milan presenterà i conti del 2017 (l’esercizio si chiude a giugno) e le previsioni per il 2018. Ma a Nyon sono arrivate le lamentele di altri club non contenti della libertà dei rossoneri». Ecco, l’idea del vecchio fair play sarebbe (avrebbe dovuto essere) quella di limitare preventivamente queste situazioni. Non è andata proprio così, leggi anche il caso Neymar. Ora bisogna trovare un modo perché questa idea fantastica diventi realtà, seriamente però.

 

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