ilNapolista

Il Torino che gioca e fa giocare: Belotti è la star di un gran cast offensivo

Il Torino di Mihajlovic: il passaggio al 4-2-3-1 ha creato un nuovo equilibrio, il tridente Ljajic-Boyé-Iago Falque è il supporto di qualità a Belotti.

Il Torino che gioca e fa giocare: Belotti è la star di un gran cast offensivo

Fare gol, prendere gol

Dovessimo trovare una squadra che riassuma alla perfezione la frase idiomatica “gioca e fa giocare”, questa squadra sarebbe senza ombra di dubbio il Torino di Mihajlovic. Il Toro ha infatti un’ottima produzione offensiva: Belotti, vice capocannoniere, è a 25 gol, ma tutta la squadra ne ha segnati 65, quinto miglior attacco del torneo, che fino a sette giorni fa era in quarta posizione prima che la Lazio segnasse sette reti alla Samp operando il sorpasso e portandosi a quota 70. Si vedano anche i 15,6 tiri a partita effettuati, sesto miglior dato in Serie A e addirittura migliore di quello della Juventus (15,2).

Ma, al tempo stesso, è una squadra che non fa del possesso la sua arma principale (50,8% di media stagionale, ottavo dato complessivo), preferendo lasciarlo in più di qualche occasione all’avversario. Concedendo a quest’ultimo abbastanza occasioni per far male: i tiri subiti sono 14,3 a partita, sono undici le squadre che hanno fatto meglio. E il numero dei gol subiti è in effetti ragguardevole: 56, peggio hanno fatto solo Cagliari, Genoa, Palermo e Pescara.

Cambio modulo

Insomma, quando gioca il Torino ci si annoia assai raramente. Anche perché Sinisa Mihajlovic di recente ha apportato delle interessanti varianti al proprio gioco. Se il suo marchio di fabbrica nelle ultime stagioni, sia all’inizio dell’attuale con i granata che nelle precedenti con Milan e Sampdoria era stato il 4-3-3, da alcune gare a questa parte è passato al 4-2-3-1.

Il punto di svolta è stata la partita con il Cagliari, e se la scelta suona sicuramente offensiva per certi versi, con l’aggiunta di Boyè alla fantasia e alla tecnica di Ljajic e Iago Falque per innescare Belotti, per altri in realtà è di stampo ancora più reattivo rispetto alla precedente impostazione. Mihajlovic, insoddisfatto del rendimento dell’uomo in cabina di regia davanti alla difesa, che si trattasse di Valdifiori o di Lukic, ha optato per piazzare le due mezzali in posizione di schermo davanti alla terza linea, mettendo inoltre in panchina Benassi e rilanciando da titolare Acquah. Il ghanese ha risposto dando un ottimo contributo in entrambe le fasi di qualità e quantità. Quantità, in effetti, ne ha messa persino troppa, considerato che per due volte, nell’ultimo mese e mezzo, ha terminato la partita anzitempo per doppia ammonizione (a prescindere dall’opinabilità delle stesse, soprattutto sabato scorso contro la Juventus).

Motivo per il quale è praticamente certo che domani, nella mediana granata, ci sarà Benassi. Con o senza Baselli, che a questo punto è in ballottaggio con Obi: Mihajlovic non intende perdere in fisicità al centro del campo. Altra assenza abbastanza pesante sarà quella di Moretti al centro della difesa: in preallarme Castan per fare coppia con Rossettini, ma l’ex romanista spesso in questa stagione ha mostrato notevoli difficoltà.

Trovare un equilibrio

Quel che è certo, è che il cambio di modulo ha pagato sicuramente i suoi dividendi. È un Torino più solido, che non perde da sette partite, anche se ne ha pareggiate cinque. Quattro delle quali tra le mura amiche, il che alimenta qualche rimpianto per i granata vista l’andatura a rilento delle contendenti per il sesto posto. Con due o tre vittorie in più, il Toro sarebbe stato ancora in corsa per l’Europa League. L’obiettivo sensibile, adesso, è quello di chiudere bene la stagione, cercando di aiutare Belotti a vincere la classifica cannonieri. Missione che dopo la doppietta di Dzeko contro il Milan si è fatta più difficile, ma non impossibile.

È un Torino che domani, in virtù del modulo recentemente adottato, potrebbe attendere in fase di non possesso il Napoli con una doppia linea da quattro in fase passiva, con Ljajic, al centro, a disturbare la costruzione dal basso. Cercando però, al tempo stesso, di avere una linea difensiva non troppo bassa e provare a risalire il campo rapidamente specialmente con gli esterni di difesa.

Campetto posizionali medio del Torino contro la Juventus. Esterni di difesa, specialmente Zappacosta, piuttosto alti, con Boyè e Iago Falque a dare ulteriore profondità in fase di ripartenza. Buona densità anche in zona centrale, con contributo anche di Belotti e Ljajic nel tenere la squadra corta.

Il Napoli risponderà quasi sicuramente con la formazione ultra collaudata dell’ultimo periodo. Unico ballottaggio reale quello tra Zielinski e Allan. La scelta finale di Sarri che dirà molto sulle intenzioni del tecnico azzurro di tenere la squadra maggiormente equilibrata almeno in avvio, nel caso in cui dovesse giocare il brasiliano, o su quella di aggredire il match da subito, con l’inserimento del polacco per provare a scardinare la difesa granata con i suoi inserimenti.

I meccanismi davanti saranno i soliti, con il tridente leggero a (cercare di) creare scompiglio. In difesa bisognerà fare molta attenzione ai movimenti tra le linee di Ljajic, alla preponderanza fisica di Belotti che metterà in apprensione Albiol e Koulibaly e alla proprietà tecnica e in progressione degli esterni Iago Falque e Boyè, su cui dovranno essere molto attenti i terzini, con le opportune coperture da parte delle mezzali e i rientri degli esterni offensivi, sulla cui capacità aerobica e di sacrificio, però, non ci sono più dubbi.

ilnapolista © riproduzione riservata