Il cammino, in salita, del Santiago Bernabeu. Bentornato Arkadius. L’otto perfetto tendente all’infinito
REINA. Il cammino di Santiago (Bernabeu) è una salita già dopo venti secondi, quando smanaccia il primo tiro di Benzema. Tra i pali c’è poco da rimproverargli, ma i disastri in fase d’uscita cominciano da lui. Stasera i piedi di Pepe sono una sorgente inesauribile di errori. Per carità, tutto è scusabile, cara Ilaria: la paura, l’emozione, il campo bagnato, il pressing madridista. Vale per Reina e vale per gli altri dieci. Nessun dramma – 5
Iniziamo dicendo che poteva andare molto peggio. O almeno così l’avevo immaginata. Prima di analizzare la partita, però, casomai davvero volessimo farlo, a questo punto, ho una domanda: può l’attesa di Real Madrid – Napoli essere essa stessa Real Madrid – Napoli? Dimmi Fabrizio, stenditi sul lettino e parlamene… – 5
Il soldatino smarrito
HYSAJ. Timori e ansia per una partita storica producono anche ingenuità, oltre che brutti scherzi, tipo quel fallo su Casemiro, sulla linea di fondo. Hysaj appare come un soldatino smarrito, in una guerra più grande di lui – 5
Perché, devo ammettere, è stato bellissimo vedere le foto dei non so quanti napoletani in trasferta a Madrid, i piatti spagnoli, le birre in quantità, la folla azzurra che ha invaso la città – 5
ALBIOL. L’unico a salvarsi nella Caporetto difensiva in terra ispanica, la sua terra. Lasciato solo da Koulibaly, salta tra Cristiano Ronaldo e Benzema, sul pareggio del Real. Favorito dal fatto di averci giocato, al Santiago Bernabeu, almeno lui non soffre il complesso d’inferiorità – 6
È stato bello guardare questa miriade di tifosi napoletani impegnarsi anche le mutande per prendere un aereo o fare tragitti assurdi per arrivare in una città stupenda in cui non sono mai stata e che, però, ho visto attraverso i vostri occhi e filtri di abbellimento – 6
Kouli dopo la Coppa d’Africa
KOULIBALY. Non per essere cupi profeti: ma le incertezze già palesate contro il modesto Genoa sono diventate doni devastanti per la squadra più forte del mondo. Koulibaly non è più lui da quando è tornato dalla Coppa d’Africa, vittima, chissà, di qualche maledizione vudù. Sarebbe impietoso elencare i varchi che ha aperto là dietro – 4
I musei, il cielo sopra Madrid, le birrerie, gli aeroporti, le stufe sugli spalti. Che meraviglia, Fabrizio! – 4
GHOULAM. Il secondo gol del Real origina da un pallone perso banalmente da Ghoulam. E questo basta – 5
Però, Fabrizio, il calcio è fatto di episodi, lo abbiamo sempre detto, e allora perché non soffermarci su uno di questi?
Zielinski solo una volta dimostra vent’anni
ZIELINSKI. Avrebbe dovuto fare lui quello che ha fatto Casemiro. Si ricorda di avere il coraggio e la faccia tosta dei vent’anni una sola volta: quando al 32’ cambia gioco e pesca Insigne – 5
O sul momento in cui, nei primi istanti di partita, nel pub si è rischiata la disturbata: mentre l’arbitro si preparava a tirare fuori cartellini inesistenti e cercava disperatamente di ripulirsi gli occhi foderati di prosciutto, dal pub veniva cacciato un avventore leggermente su di giri, che attirava l’attenzione rovesciando un intero boccale di birra sulla mia grande e ignara borsa, tanto da immaginare un proseguo di partita che avrebbe potuto tranquillamente portare il titolo di “gol e sangue” – 5
ALLAN dal 74’. Un palliativo inutile, che non cura nulla – senza voto
Ed eccolo lì, il momento saliente, rotondo come un otto, il minuto più importante, il numero che capovolto al suolo diventa infinito – sv
Disinvolto anche quando perde palla
DIAWARA. Meno teso degli altri: disinvolto sia quando serve palle importanti, sia quando le perde. E’ suo l’assist per Callejon che poi la dà a Mertens – 5,5
Fermo immagine, Fabrizio. Chiudi gli occhi e guarda insieme a me. La tavolata davanti al mio tavolaccio si muove a rallentatore. Il tizio vestito di nero si alza in piedi con una lentezza disarmante, coprendomi la visuale. Siamo tutti in silenzio, coviamo pace sotto la cenere, prima della tempesta – 5,5
HAMSIK. Avrebbe dovuto trascinare Diawara e Zielinski in un’esplosione collettiva lì in mezzo, al centro del campo. Non è successo, e brucia ancora di più dopo quella palla a Insigne per l’illusione dello zero a uno – 5
Siamo tutti lì, in questo otto profondissimo e che tende all’infinito, ognuno in cerca della sua collocazione: un piede che si sposta a cercare il favore della terra, una mano che lentamente arriva alla tempia, il braccio destro che dice al pugno di chiudersi, che qualcosa sta succedendo – 4,5
Bentornato Arkadius
MILIK dall’83’. Una bella notizia rivederlo in campo. Solo quella – senza voto
E poi quello stesso braccio che si solleva, piano, con disarmante lentezza, mentre dentro è tutto un turbinio di emozioni e forza, energia scoppiettante che corre nei fili coperti dall’intonaco delle pareti – sv
INSIGNE. Dipinge un capolavoro che sognano tutti i ragazzini che tirano calci a un pallone: segna di prima dalla trequarti, vedendo Keylor Navas fuori dai pali. L’unico con la cazzimma, sempre a detta dell’Aurelio Impazzito – 6,5
È lui che ci fa andare in visibilio, che ci regala quell’otto che tende all’infinito. Il minuto numero otto, quando il Napoli di Maurizio Sarri va in gol al Santiago Bernabeu – 7
Stroncatissimo Mertens
MERTENS. Ha un’occasione colossale per ridurre le distanze ma tira alto. Si vede pochissimo e alla fine si becca pure la stroncatura del Presidentissimo Furioso – 5
Tutto questo prima di Benzema. Dieci lunghissimi minuti, Fabrizio, in cui addirittura, per qualche secondo, abbiamo palleggiato in scioltezza sul terreno del Santiago Bernabeu come se solcassimo quello del Benevento – 5
CALLEJON. La fascia destra è un incubo per noi e una gioia per i tifosi del Real. Combina poco anche lui, tranne quell’assist perfetto per Mertens – 5
Altri due sono stati i momenti bellissimi della partita. Il primo è stato il gol in fuorigioco di Callejon, che per qualche secondo ci ha lasciati ad esultare, nel pub, a credere di aver scalpellato ancora un gol, fino a quando una delle voci bianche presenti, un under 10, manco a dirlo, ci ha avvertiti che stavamo esultando a pene di levriero perché il gol era fuorigioco – 5
Lo scontro sanguinoso
SARRI. Si preannuncia un nuovo cruento, sanguinoso scontro con De Laurentiis. La tregua è finita. A questo punto, ne resterà uno solo tra lui e il presidente. In ogni caso il nodo è sempre lo stesso: quando l’attesa diventa enorme, quando un popolo si mette in marcia, il Napoli si blocca. E’ già successo con le due trasferte di Torino. Tocca a lui capire dove s’inceppa il meccanismo perfetto che ha creato – 5
L’altro è stato il ritorno di Milik, su cui, poi, si basa la nostra allegria e, mi sembra, anche un’enorme questione aperta tra mister e presidente. Perché la coppolella sulla partita persa per colpe solo nostre ce lo dobbiamo sempre mettere e allora eccolo qui, il sombrero, come la pummarola acopp. Come un flamenco, insomma. a suon di musica – 6
DE LAURENTIIS. Poteva rimanere in silenzio e godersi i suoi ospiti vip, Veltroni e Sorrentino. Invece non resiste e fa sfracelli davanti alle telecamere. Su questo, Sarri, ha ragione. Che senso ha parlare urbi et orbi, anziché dirsele in faccia al chiuso? – 4
Ma anche darsele, Fabrizio. A volte due belle sberle in faccia non fanno mica male! Così poi possiamo andare avanti senza psicodrammi (napoletaniiiii! Resistete!) – 4
ARBITRO SKOMINA (SLOVENIA). Nulla da eccepire, se non un debole evidente per Casemiro, che gode di una licenza d’uccidere ad personam – 5
Per me invece da eccepire ci sarebbe parecchio, a partire dall’ammonizione inesistente a Zielinski e ad un angolo almeno che ha regalato al Real solo perché, forse, il bianco gli piaceva di più – 4